Castello di Castel d'Ario: differenze tra le versioni

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Fu da sempre importante baluardo per le terre di confine per gli [[Scaligeri]], i [[Bonacolsi]] e i [[Gonzaga]].
 
All'interno del castello sorge la Torre della Fame così chiamata perché, a metà [[XIX secolo|Ottocento]] furono trovati in essa alcuni scheletri, fatti risalire a membri della famiglia di [[Francesco I Pico|Francesco Pico della Mirandola]] e dei nipoti e del figlio di [[Rinaldo Bonacolsi]], [[Francesco dei Bonacolsi|Francesco]], ivi rinchiusi e lasciati morire di fame. Una lapide sulla porta del castello ricorda questa vicenda.<ref>La lapide recita: "QUI TRATTI IN CATENE NEL 1321 SPEGNEVA LA FAME FRANCESCO PICO E I FIGLIUOLI - NEL 1328 LA PROLE E I NEPOTI DI PASSERINO BONACOLSI - DALL'ORRIDA MUDA CHE NE HA RISPETTATO I CEPPI E LE OSSA RIECHEGGI CON VINDICE PIETÀ PER LE VITTIME UN GRIDO DI ESECRAZIONE AI TIRANNI".</ref><br />All'interno della torre venne anche rinchiuso nel [[1484]] [[Evangelista Gonzaga]] accusato e poi scagionato di aver tramato una congiura contro il marchese [[Francesco II Gonzaga]].
 
All'interno della torre venne anche rinchiuso nel [[1484]] [[Evangelista Gonzaga]] accusato e poi scagionato di aver tramato una congiura contro il marchese [[Francesco II Gonzaga]].
Documentazione certa comprova che il noto architetto [[Luca Fancelli]] si occupò di lavori di restauro eseguiti tra il novembre [[1478]] ed il giugno [[1484]].
 
Il palazzo pretorio, unico edificio recentemente restaurato, è utilizzato come luogo di rappresentanza e sede della biblioteca comunale. Al uso interno sono stati portati alla luce importanti affreschi trecenteschi riferiti alla signoria [[Scaligeri|scaligera]].