Potenze dell'Asse: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile
Riga 13:
 
== Storia ==
Le cause della formazione dell'Asse risiedono nel malcontento di diverse nazioni verso il [[trattato di Versailles (1919)|trattato di Versailles]], che nel [[1919]] concluse la [[prima guerra mondiale]] inaugurando un turbolento [[periodo interbellico|ventennio di pace]]. La Germania, uscita sconfitta dal conflitto, era la principale potenza scontenta del trattato, dalle cui clausole era fortemente penalizzata. Tuttavia la sua ammissione presso la [[Società delle Nazioni]], avvenuta nel [[1926]] dopo l'entrata in vigore del [[patto di Locarno]], diede inizio ada un periodo di collaborazione con i vincitori lasciando intravedere il consolidamento dell'equilibrio di Versailles. Questo processo di pacificazione fu bruscamente interrotto nel [[1933]] con l'avvento al potere del [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori|partito nazionalsocialista]] di [[Adolf Hitler]], che aveva costruito il suo successo politico sullo [[revanscismo|spirito di rivalsa]] di larga parte del popolo tedesco, da lui alimentato attraverso una violenta campagna contro i cosiddetti "[[criminali di novembre]]" (le autorità che nel [[1918]] avevano [[armistizio di Compiègne|trattato la resa]] dell'[[Impero tedesco]]) e le gravose condizioni di pace imposte dalle potenze vincitrici.
 
[[File:Bundesarchiv Bild 183-L09218, Berlin, Japanische Botschaft.jpg|thumb|Le bandiere di Germania, Giappone e Italia sulla facciata dell'ambasciata nipponica a Berlino, nel settembre [[1940]]]]
 
Sostenendo di dover difendere l'integrità territoriale della Germania dalle aggressioni degli stati confinanti, Hitler diede inizio ada una [[corsa agli armamenti|politica di riarmo]] in aperta violazione dei trattati. Tra le nazioni scontente dell'equilibrio realizzato a Versailles c'era anche il Giappone, che non aveva ottenuto dalla vittoria i vantaggi sperati, ede a cui fu negato il riconoscimento di una posizione di parità con le potenze occidentali. Il malcontento nipponico aumentò quando il [[trattato navale di Washington]] del 1922 relegò la potenza asiatica in uno stato di subalternità rispetto a Stati Uniti e Regno Unito, limitando il tonnellaggio della [[Marina imperiale giapponese]] ada un rapporto di tre quinti rispetto a quello concesso alla [[United States Navy]] e alla [[Royal Navy]].<ref>{{Cita|Keegan|pp. 251-252}}.</ref>
 
Mosso da ambizioni egemoniche verso l'Asia orientale, il governo di [[Tokyo]] intraprese una politica espansionistica ai danni della [[Cina]], a cui negli anni [[1931]]-[[1932]] riuscì a sottrarre la regione della [[Manciuria]] istituendovi un proprio [[stato fantoccio]]: il [[Manciukuò]]. La Società delle Nazioni, chiamata ada intervenire dal governo cinese, emanò una risoluzione di condanna contro il Giappone, che reagì abbandonando l'organismo nel marzo 1933. La [[Germania nazista]] seguì l'esempio nipponico il 14 ottobre dello stesso anno, in seguito al fallimento della [[conferenza di Ginevra (1932)|conferenza di Ginevra]] sul disarmo.
 
Negli anni successivi anche l'[[Italia fascista]], che considerava la propria una "[[vittoria mutilata]]" dal parziale inadempimento del [[patto di Londra]] da parte delle altre potenze vincitrici, assunse un atteggiamento "revisionista" verso il trattato di Versailles. [[Benito Mussolini]], in un primo momento ostile ai piani di Hitler, tanto da animare il [[fronte di Stresa]] ([[1935]]) per impedire l'annessione della [[Prima repubblica austriaca|Repubblica austriaca]] al Reich, si spostò su posizioni filo-tedesche in seguito alla [[guerra d'Etiopia]] (1935-[[1936]]). L'invasione dell'unico stato africano indipendente, da tempo oggetto delle mire colonialiste italiane, fu condannata della Società delle Nazioni, che approvò delle [[sanzioni economiche all'Italia fascista|sanzioni economiche contro l'Italia]] provocandone l'isolamento internazionale.
 
Rotti i rapporti con Francia e Regno Unito, che fino a quel momento avevano visto in lui un argine contro l'espansionismo tedesco, Mussolini fu gradualmente attratto nell'orbita della Germania di Hitler, rinunciando a difendere l'indipendenza dell'Austria e partecipando al fianco dei tedeschi alla [[guerra civile spagnola]] (1936-[[1939]]), con l'invio di ingenti aiuti militari agli insorti nazionalisti del generale [[Francisco Franco]]. Il 24 ottobre 1936 la Germania riconobbe la sovranità italiana sull'Etiopia, ede il giorno successivo il ministro degli Esteri italiano [[Galeazzo Ciano]] ede il suo omologo tedesco [[Konstantin von Neurath]] siglarono i protocolli di Berlino (detti anche "protocolli d'ottobre"), un trattato d'amicizia che Mussolini annunciò il successivo 1º novembre in [[piazza del Duomo (Milano)|piazza del Duomo]] a Milano:
 
{{Citazione|Gli incontri di Berlino hanno avuto come risultato una intesa fra i due paesi su determinati problemi, alcuni dei quali particolarmente scottanti in questi giorni. Ma queste intese, che sono state consacrate in appositi verbali debitamente firmati, questa verticale Berlino-Roma non è un diaframma, è piuttosto un asse attorno al quale possono collaborare tutti gli Stati europei animati da volontà di collaborazione e di pace.<ref>{{Cita libro |autore = [[Giorgio Candeloro]] |titolo = Storia dell'Italia moderna. Il Fascismo e le sue guerre |volume = 9 |città = Milano |editore = Feltrinelli |anno = 1993 |isbn = 88-07-80804-8 |pagina = 402}}</ref>}}
Riga 29:
[[File:1938 Naka yoshi sangoku.jpg|thumb|«Buoni amici in tre paesi» ([[1938]]): cartolina di propaganda giapponese per celebrare la partecipazione dell'Italia al [[patto anticomintern]] il 6 novembre [[1937]]. In alto, [[Hitler]], [[Fumimaro Konoe|Konoe]] e [[Mussolini]] sono ritratti ciascuno in un medaglione.]]
 
Lo stesso anno, grazie agli uffici dei diplomatici [[Joachim von Ribbentrop]] e [[Hiroshi Oshima]], il 25 novembre [[1936]] la Germania ede il Giappone intensificarono i loro rapporti stipulando il [[patto anticomintern]] in funzione anticomunista. Nel maggio [[1937]], dopo un colloquio con Hitler avvenuto durante il tradizionale [[raduno di Norimberga]] del partito nazionalsocialista, il principe [[Yasuhito Chichibu]], fratello dell'[[Hirohito|Imperatore Hirohito]], si convinse della necessità di un'alleanza militare tra le due potenze ede inviò diverse lettere in patria per sollecitarne la creazione. Durante l'autunno seguente si rafforzò anche l'intesa italo-tedesca: il 28 settembre Mussolini tenne un discorso a Berlino in cui evidenziò le caratteristiche comuni di fascismo e nazionalsocialismo, e parlò di «riaffermazione solenne dell'esistenza e della solidità dell'Asse Roma-Berlino»<ref>{{cita web|url=http://www.dittatori.it/discorso28settembre1937.htm|titolo=Discorso del 28 settembre 1937|editore=dittatori.it|accesso=2 novembre 2014}}</ref>; quindi il 6 novembre anche l'Italia aderì al Patto anticomintern.
 
Dopo il benestare di Mussolini all'[[Anschluss]] (marzo [[1938]]) ede il ruolo da lui svolto in occasione della [[conferenza di Monaco]] (settembre 1938), dove in veste di mediatore riuscì a fare in modo che [[Regno Unito]] e [[Quarta Repubblica francese|Francia]] accettassero l'[[occupazione tedesca della Cecoslovacchia]], l'amicizia tra Italia e Germania si consolidò fino alla sua evoluzione in una vera e propria alleanza militare con il [[Patto d'Acciaio]], concluso a Berlino il 22 maggio [[1939]] dai ministri degli Esteri [[Galeazzo Ciano]] e Joachim von Ribbentrop. Circa quattro mesi dopo, con l'[[campagna di Polonia|invasione tedesca della Polonia]], ebbe inizio la [[seconda guerra mondiale]], ma l'Italia, militarmente impreparata, rimase neutrale fino al 10 giugno [[1940]].
 
Il Giappone invece, impegnato già dal 1937 nella [[seconda guerra sino-giapponese|guerra contro la Cina]], riconosciuti i preminenti interessi tedeschi ede italiani in Europa, e ricevuto analogo riconoscimento per l'Asia, entrò nella coalizione stipulando il [[Patto Tripartito]], firmato anche questo nella capitale tedesca il 27 settembre [[1940]]. Ovviamente, tutti gli stati fantoccio manovrati dall'impero nipponico seguiranno il suo esempio e si uniranno al patto.
 
Nel corso del conflitto entrarono a far parte dell'Asse anche altre nazioni: [[Ungheria]] (20 novembre 1940), [[Romania]] (23 novembre 1940), [[Repubblica Slovacca (1939-1945)|Slovacchia]] (24 novembre 1940) e [[Bulgaria]] (1º marzo [[1941]]). La [[Regno di Jugoslavia|Jugoslavia]] si unisce il 25 marzo [[1941]], ma un [[colpo di Stato]] supportato dai britannici due giorni dopo mette in dubbio la partecipazione della Jugoslavia. Anche se re [[Pietro II di Jugoslavia]] conferma la sua adesione al trattato, la Jugoslavia viene occupata dalle truppe tedesche nell'aprile [[1941]].
 
Quando l'Italia l'8 settembre [[1943]] si schiera al fianco degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]], esce dall'Asse ede il 13 ottobre 1943 dichiara guerra alla Germania; la [[Repubblica Sociale Italiana]], dopo la sua istituzione, avvenuta il 23 settembre [[1943]], si schiera al fianco dei tedeschi.
 
Anche se nell'uso comune gli alleati indicavano la [[Finlandia]] come uno stato dell'Asse, essa non ne fece mai direttamente parte: la sua relazione con la Germania, durante la [[guerra di continuazione]] ([[1941]]-[[1944]]), era di «cobelligeranza».