Gorno: differenze tra le versioni
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Altri nuclei abitati, di dimensioni più ridotte, sono ''Plicosa'', nella parte alta del comune, ''Fondo Ripa'', vicina alla contrada di ''Riso'' e quella del ''Santo Crocefisso'', che prende il nome dall'omonimo santuario, e che si trova all'imbocco del paese.
Anticamente facevano parte del territorio comunale anche le contrade di ''[[Bondo (Colzate)|Bondo]]'' e di ''[[Barbata (Colzate)|Barbata]]'', passate
=== Clima ===
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In alto vi è raffigurato [[Martino di Tours|San Martino Vescovo]], patrono del paese fin da quando [[Carlo Magno]] donò le terre della valle ai canonici di [[Martino di Tours|San Martino di Tours]] nel 774 d.C., mentre sotto vi sono raffigurate a sinistra un antico lume da miniera, simbolo del lavoro in sotterraneo, e a destra una conchiglia fossile, di cui è ricca la formazione geologica che porta il nome di Gorno, dove è stata scoperta, studiata e classificata<ref name=uno/>.
Ma da fonti antiche emerge anche un secondo significato per le tre immagini rappresentate, tramandato anche da tradizioni e detti popolari ''"affinché i figli non dimentichino le virtù dei padri"'': il santo rappresenta anche la ''charitas'', per sottolineare la carità presente negli avi della popolazione di Gorno, la centilena rappresenta il ''labor'' simbolo della
== Etimologia ==
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Il professor Stefano Dotti lo farebbe invece risalire alle popolazioni asiatiche, come gli [[Illiri]] e i [[Tauri (popolo)|Tauri]] che sarebbero migrate in antichità nelle nostre valli alla ricerca di giacimenti minerari.<br />
Nelle regioni da dove anticamente partirono sono presenti molti
Inoltre questa teoria sarebbe supportata dal fatto che il nome in serbo, croato e bulgaro (i cui popoli discendono dalle citate popolazioni) potrebbe significare ''superiore, di sopra, più alto, soprastante '' mentre in croato ''Göra'' significa ''monte'', portando al significato di ''sopra il monte'', teoria ulteriormente avvalorata dal fatto che il primo capoluogo del paese, la contrada di San Giovanni, si trova sopra il monte Göra<ref name=due/><ref name=piombo/>.
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==== Baite e bivacchi ====
All'
===== Baita Alpe Grem =====
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Il rifugio Baita Alpe Grem è l'unico ad essere edificato esterno al territorio comunale, all'interno del comune di [[Oneta]], ma su proprietà del comune di Gorno.<br />
Costruito nel [[1937]], originariamente veniva identificato come ''Casa del Sorvegliate (caporal)'' fino a quando nel [[1967]] venne preso in gestione dal gruppo sci alpinistico dei [[Camós]] di Gorno, che ne ha portato avanti negli anni la gestione e la sua ristrutturazione<ref name=rifugio1 >{{cita web|url= http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/contrade-baite-e-bivacchi|titolo= Baite e bivacchi|accesso= 7 giugno 2013}}</ref>.<br />
Il rifugio è il più grande dei tre di proprietà del comune di Gorno, caratterizzato da una struttura a base quadrata, e internamente suddiviso in due piani, dove al
Edificato a 1098 s.l.m. lo si può raggiungere in auto, percorrendo la strada carrozzabile fino in località Basello per poi continuare sulla strada sterrata che porta ad un piccolo parcheggio, da dove parte un piccolo sentiero in discesa da percorrere a piedi di circa 300m, oppure a piedi attraverso tre vie principali: dalla frazione Villassio di Gorno - sentiero n. 249 – in ore 1,30 - dalla località
===== Baita Mistri =====
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Edificato sulla cima di ''Preda Balaranda'', sul confine col comune di Premolo, ad un'altezza di metri 1.647 s.l.m., il Bivacco Telini venne inaugurato il 29 agosto del [[1993]], dopo 5 anni di lavori serviti per la sua costruzione da parte del [[Alpini|Gruppo Alpini]] di Gorno, iniziata nel [[1989]]<ref name=rifugio1/>. La struttura, di piccole dimensioni, è dotata di acqua fredda, corrente elettrica (fotovoltaico), di una stufa a legna<ref name=rifugio2/> e di un locale sempre aperto sul davanti dove chi ne ha necessita può trovare riparo<ref name=rifugio1/>.<br />
Grazie alla sua strategica posizione gode di un ampio panorama montano<ref name=rifugio1/>.<br />
Il bivacco è raggiungibile a piedi dall'Alpe Grina, seguendo il sentiero n. 263 con 1.20h porta direttamente al bivacco, oppure si può seguire anche il sentiero 260 fino ad un ampio canalone, dove ha avvio un nuovo sentiero sulla sinistra, segnato con freccia, che porta al bivacco: sempre seguendo il sentiero 260 si può arrivare alla baita Foppelli, quindi si guadagna la forcella sulla sinistra e, sempre girando a sinistra, si segue il crinale fino a giungere al bivacco. Il bivacco è
Nelle vicinanze vi è la ''Madonna degli Alpini'', monumento dedicato a tutti gli [[alpini]] deceduti, sia in guerra che in tempo di pace<ref name=rifugio1/><ref name=rifugio2/>.
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* '''“Monumento al minatore”'''
Situato davanti al comune, è stato inserito all'interno di una piccola aiuola durante i lavori di ristrutturazione del palazzo comunale,
Il monumento, realizzato in pietra, è un bassorilievo realizzato dallo scultore Giovanni Ardrizzo che raffigura un minatore davanti all'ingresso di una miniera mentre cammina con in mano la centilena e a lato ha appoggiato la sua mazza da lavoro.<br />
Al di sopra vi è incisa la frase
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[[File:Laveria_Gorno.jpg|thumb|upright|Il complesso della Laveria visto dall'alto in un'immagine recente|left]]
Il complesso della Laveria (chiamato anche Laveria n.2<ref name=turbina/>), situato nella parte finale ad ovest della contrada Riso, è un complesso industriale che serviva durante il periodo di estrazione mineraria in Gorno e in tutta la [[Val del Riso]] per la lavorazione del minerale attraverso i processi di frantumazione, macinatura e flottatura con acqua e acidi per ottenere la separazione del metallo dalla pietra sterile<ref name=laveria>{{Cita|In val del Riso, n°109 - 2003|p. 16-18}}</ref>.<br />
Nello specifico, all'
La lavorazione del materiale estratto in località Laveria è documentato fin dalla fine del XIX secolo, dove si attestava che l'utilizzo di acidi all'interno della lavorazione del materiale causò un forte inquinamento delle acque del [[Riso (torrente)|torrente Riso]], attestata anche dalla verifica sanitaria nel [[1894]], successivamente drasticamente abbassata con la costruzione di vasche per la depurazione e l'incanalamento delle acque utilizzate per la lavorazione del minerale. La prima edificazione dell'edificio attuale partì nel [[1914]] da parte della società The English Crown Spelter (che all'epoca gestiva l'estrazione mineraria della vallata), e nel [[1917]] era già attiva<ref name=turbina >{{cita web|url= http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/laveria-e-loc-turbina|titolo= La laveria e la turbina|accesso= 1º ottobre 2013}}</ref>.<br />
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