Giuseppe Di Vagno: differenze tra le versioni

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Nel 1919, a causa della sua condivisione al programma di Gaetano Salvemini, viene escluso dalla lista dei candidati del Partito Socialista Italiano alle elezioni politiche. Nel 1920 viene nominato direttore dell'organo della Federazione socialista di Bari ''Puglia Rossa.'' Il 25 febbraio dello stesso anno, cominciano i contrasti con i fascisti: pur non avendo partecipato agli scontri verificatisi a Conversano durante uno sciopero generale, Di Vagno viene indicato dalle forze avversarie come uno dei responsabili. Questa accusa gli costa la messa a bando dalla sua città natale. Questo provvedimento, tuttavia, non impedisce a Di Vagno di andare avanti con la sua attività politica e il 15 maggio del 1921 viene eletto nella lista socialista della circoscrizione di Bari e Foggia. Viene così chiamato in Parlamento a svolgere la funzione di segretario della Commissione Giustizia.
 
Il 30 maggio 1921 è vittima di un primo agguato perpetuatoperpetrato nei suoi confronti da parte di una squadra fascista, in seguito ad un suo comizio tenuto a [[Conversano]]. In questo attentato trovano la morte un altro militante socialista, Cosimo Conte, e ben nove contadini, nonché il fascista Ernesto Ingravalle. Altri tentativi di aggressione alla sua persona si verificarono nei giorni successivi in alcuni paesi della Provincia di Bari.
 
Una sera di settembre del 1921, a [[Mola di Bari]], dove aveva terminato un [[comizio elettorale]], subì l'ennesimo agguato di un gruppo di [[squadristi]] guidato da [[Giuseppe Caradonna|Peppino Caradonna]], venendo colpito alla schiena con tre colpi di pistola. Sarebbe deceduto poco dopo, il 25 settembre.