Yoshinori Ōsumi: differenze tra le versioni

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Yoshinori Ōsumi è nato a [[Fukuoka]], nell'isola di [[Kyūshū|Kyushu]] in [[Giappone]], il 9 febbraio del [[1945]]. Ultimo di quattro fratelli,<ref>{{Cita web|url=http://starsunfolded.com/yoshinori-ohsumi/|titolo=Yoshinori Ohsumi Age, Biography & More - StarsUnfolded|sito=starsunfolded.com|lingua=Inglese|accesso=2016-10-16}}</ref> vede la madre costretta a trascorrere lunghi periodi di infermità a letto, a causa della [[tubercolosi]], contratta subito dopo la [[seconda guerra mondiale]].<ref name=":7">{{Cita web|url=http://www.kyotoprize.org/wp/wp-content/uploads/2016/02/28kB_lct_EN.pdf|titolo=Autobiografia Kyoto Prize|lingua=Inglese|accesso=2016-11-01}}</ref> In tale occasione, il piccolo Ōsumi ha il suo primo "contatto" con la scienza: grazie ai primi [[antibiotico|antibiotici]] importati in Giappone, la madre guarisce ed egli ha modo di mandare a memoria i nomi di alcuni di essi come la [[streptomicina]] o l'[[Acido 4-amminosalicilico|acido para-amminosalicilico]], senza avere la minima idea di cosa fossero.<ref name=":7"/> Vivendo in un ambiente rurale, trascorre la sua infanzia giocando vicino a fiumi, spiagge e montagne, mostrando un particolare interesse verso gli insetti, collezionandoli, e una costante ammirazione del cielo stellato, provando una forte attrazione per lo spazio circostante.<ref name=":7"/> Eredita dal padre, professore di [[ingegneria]] presso l'Università di [[Kyūshū|Kyushu]], l'interesse per la [[ricercatore|ricerca]]. Tuttavia, mentre il padre si occupa di un settore orientato verso lo sviluppo industriale, Ōsumi si rivela più propenso allo studio delle [[scienze naturali]]. L'interesse verso la [[chimica]], sin dai tempi del liceo, e della [[biologia]] poi, lo condurranno a intraprendere la strada che lo renderà noto a livello mondiale.<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|nome=Caitlin|cognome=Sedwick|data=2012-04-16|titolo=Yoshinori Ohsumi: Autophagy from beginning to end|rivista=J Cell Biol|volume=197|numero=2|pp=164–165|lingua=en|accesso=2016-10-11|doi=10.1083/jcb.1972pi|url=http://jcb.rupress.org/content/197/2/164}}</ref> [[File:Yoshinori_Osumi_1945.jpg|thumb|Ōsumi da neonato nel 1945|sinistra]]
 
=== Gli studi: da Tokyo a New York ===
Nel [[1963]] si iscrive all'[[Università di Tokyo]] per approfondire l'interesse per la chimica. Tuttavia, molto presto si accorge che il percorso appena intrapreso non desta l'interesse che si aspettava; sceglie pertanto di dedicarsi alla [[biologia molecolare]], campo all'epoca molto meno conosciuto e dunque più stimolante per un giovane studente.<ref name=":0" /> Una volta laureato nel [[1967]],<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.titech.ac.jp/english/news/pdf/news_11992_osumi_research_summary_en.pdf|titolo=Osumi research summary|lingua=Inglese|accesso=2016-11-01}}</ref> da ricercatore presso il Dipartimento di [[Biochimica]], sotto la supervisione di [[Kazumoto Imahori]], analizza i meccanismi di iniziazione dei [[Ribosoma|ribosomi]] nel batterio ''[[Escherichia coli|]]''Escherichia coli'']] e l'azione della [[colicina E3]], la quale inibisce la [[Trasduzione genetica|trasduzione]] delle cellule dell<nowiki>'</nowiki>''Escherichia coli'' legandosi al suo [[Recettore (biochimica)|recettore]] specifico.<ref>{{Cita web|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2615495/|titolo=Colicin E3 cleavage of 16S rRNA impairs decoding and accelerates tRNA translocation on Escherichia coli ribosomes|lingua=Inglese|accesso=2016-11-12}}</ref> In questo periodo pubblica i suoi primi risultati.<ref>{{Cita web|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC248195/pdf/jbacter00376-0182.pdf|titolo=Inhibitory Effect of DiphtheriaToxinon AminoAcid Incorporation in Escherichia coli Cell-FreeSystem|lingua=Inglese|accesso=2016-11-12}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC434328/pdf/pnas00073-0272.pdf|titolo=Studies on a Factor Enhancing Colicin E3 Activity In Vitro|lingua=Inglese|accesso=2016-11-12}}</ref>
 
In questi anni, durante un viaggio per le sue ricerche presso l'[[Università di Kyoto]] conosce Mariko Ōsumi, professoressa di scienze ingegneristiche presso la medesima università e sua futura moglie. Un anno dopo le nozze, avvenute nel [[1973]], nasce il loro primo figlio.<ref name=":7"/>
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Questi nuovi compartimenti cellulari specializzati, chiamati [[Lisosoma|lisosomi]], lavorano come veri e propri siti di demolizione e degradazione di componenti cellulari.
 
Lo scienziato belga [[Christian de Duve]] venne insignito del premio Nobel per la medicina o [[fisiologia]] nel [[1974]], per la scoperta dei lisosomi.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/de-duve-christian-rene/|titolo=Christian de Duve, Nobel 1974|sito=treccani.it|accesso=2016-11-01}}</ref> Osservazioni durante gli [[Anni 1960|anni '60]] avevano mostrato che grandi quantità di materiale cellulare, o addirittura interi organuli danneggiati, possono, a volte, trovarsi all'interno di questi ultimi.
 
Si suppone dunque che la [[cellula]] debba avere una modalità di [[Trasporto di membrana|trasporto]] del materiale cellulare ai lisosomi per la degradazione. Ulteriori ricerche microscopiche dimostrano, in effetti, l'esistenza di particolari vescicole costituite di doppia membrana che favoriscono l'acquisizione del materiale cellulare da parte dei lisosomi. Christian de Duve, lo scienziato a cui si deve la scoperta dei lisosomi, conia dunque il termine "autofagia", per descrivere questo tipo di processo. Le nuove vescicole, invece, prendono il nome di "[[Autofagosoma|autofagosomi]]".<ref name=":4">{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/autofagia_(Dizionario-di-Medicina)/|titolo=Autofagia, Enciclopedia Treccani|sito=Treccani.it|accesso=2016-11-01}}</ref> In tale processo, questi ultimi operano infatti inglobando il materiale citoplasmatico da degradare grazie all'azione di particolari enzimi. In un secondo momento, attraverso alcune proteine, dette [[Proteina SNARE|SNARE]], avviene la fase di riconoscimento in cui la membrana più esterna dell' autofagosoma e la membrana del lisosoma si uniscono e gli enzimi lisosomiali degradano il resto, tra cui la membrana interna dell'autofagosoma (che quindi, come dice il nome stesso, si 'autofagocita').<ref name=":4"/>
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Dopo aver avviato il suo laboratorio personale nel [[1988]], Ōsumi si concentra sulla degradazione delle proteine nei [[Vacuolo|vacuoli]], [[Organulo|organuli]] delle [[Cellula vegetale|cellule vegetali]] che corrispondono ai lisosomi delle [[cellule animali]].<ref name=":2">{{Cita web|url=https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/medicine/laureates/2016/press.pdf|titolo=Ricerche di Yoshinori Ōsumi|lingua=Inglese|accesso=2016-11-01}}</ref>
 
In particolare, sceglie come oggetto dei suoi esperimenti le cellule dei [[Lievito|lieviti]] poiché esse sono relativamente facili da studiare e di conseguenza sono spesso utilizzate come modello per le cellule umane, inoltre questo tipo di cellule è molto utile per l'identificazione di [[Gene|geni]] responsabili di molte complesse funzioni cellulari.<ref>{{Cita web|url=http://www.yourgenome.org/facts/why-use-yeast-in-research|titolo=Why use yeast in research?|lingua=Inglese|accesso=2016-11-19}}</ref> Tuttavia, essendo le cellule di lievito molto piccole, e quindi le loro strutture interne difficili da distinguere, non si poteva essere certi dell'esistenza del meccanismo di autofagia in questo tipo di [[Organismo vivente|organismi]]. La prima sfida di Ōsumi é dunque quella di capire se tale processo abbia luogo o meno in essi. <ref name=":2" />
 
L'intuito e l'abilità del professore lo portano a concepire l'idea che se fosse riuscito a bloccare il processo di [[decomposizione (chimica)|degradazione]] mentre era in corso il meccanismo di autofagia, gli autofagosomi si sarebbero dovuti accumulare all'interno del vacuolo senza smaltire quanto inglobato e dunque divenire visibili al [[microscopio]]. Pertanto, una volta ottenuta un [[Coltura di microrganismi|coltura]] di cellule di lievito mutate, (mancanti degli [[Enzima|enzimi]] di degradazione del vacuolo) e indotto il processo di autofagia non fornendo sufficienti sostanze nutritive alle cellule, crea le condizioni necessarie per delle osservazioni che avrebbero rivelato l'esistenza o meno del processo stesso.<ref name=":2"/>
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* [[Irwin Rose]]
* [[Satoshi Ōmura]]
 
 
'''Scienze applicate'''