Ricerca del Gesù storico: differenze tra le versioni

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* Il secondo è il “[[criterio di discontinuità]]”. Si può considerare autentico un dato evangelico non riconducibile alle concezioni del giudaismo o a quelle della Chiesa del I secolo. I vangeli costituiscono qualcosa di unico e di originale in rapporto ad ogni altra letteratura<ref name="René Latourelle 1990"/>. [[Rudolf Bultmann]] e [[Nicholas Perrin]] considerano autentico soltanto il materiale riconosciuto con il criterio della discontinuità.
* Il “criterio di conformità”. Sulle posizioni di B. Rigaux, [[Nicholas Perrin]] e [[Ignace de la Potterie]], si può considerare storicamente autentico un dato evangelico conforme non solo con l'ambiente linguistico, geografico, sociale, politico, religioso di Gesù, ma anche coerente con l'insegnamento essenziale di Gesù<ref name="René Latourelle 1990"/><ref>{{it}}{{cita libro| Michele | Mazzeo | I Vangeli sinottici: introduzione e percorsi tematici,| pp-57-58 | Paoline | 2001|}}</ref>
* Infine abbiamo il “criterio della plausibilità esplicativa”, definito da Latourelle anche “criterio di spiegazione necessaria”<ref>{{it}}{{cita libro| Rene | Latourelle | Miracoli di Gesù e teologia del miracolo | Cittadella | 1987|}}</ref>: questo criterio è usato in storia, in materia di diritto e in buona parte delle scienze umane, tuttavia più che di un criterio vero e proprio di tratta di un “approccio globale ai vangeli”<ref>{{it}}{{cita libro| Michele | Mazzeo | I Vangeli sinottici: introduzione e percorsi tematici | Paoline | 2001|}}</ref>. La critica ritiene autentica una spiegazione che risolve un grande numero di problemi senza farne nascere di più grandi, o senza originarne nessun altro. Questo criterio, ritenuto il più importante da Latourelle, viene rifiutato da J.P. Maier<ref>Secondo Meier "invece di essere un criterio valido per giudicare il materiale speciale dei quattro vangeli, questo criterio è più simile all'«argomento per la migliore spiegazione» che è una delle forme fondamentali di ogni spiegazione storica. Il criterio della «spiegazione necessaria» cerca di dare una spiegazione coerente e sufficiente a un considerevole insieme di dati, ma qui si tratta di valutare singoli piccoli elementi, come per esempio un detto concreto di Gesù. Il criterio cerca di raggruppare tutti i fatti in un insieme armonioso. Di fatto, suppone una coerenza tra i dati che, nel caso delle singole parole e azioni di Gesù, può essere verificata solo alla fine del processo. Una rassegna di un campione rappresentativo di libri sul Gesù storico mostra che esegeti d'ogni tendenza sostengono di aver trovato la vera spiegazione coerente, che illumina tutti i fatti su Gesù: era un fanatico apocalittico (A. Schweitzer), un rabbi e un profeta che chiamò a una decisione esistenziale (R. Bultmann), un mago omosessuale contrario alla legge (M. Smith), un catalizzatore di rivoluzione sociale non violenta (R.A. Horsley), o un uomo carismatico dello Spirito che fondò un movimento di rivitalizzazione (M.J.Borg), per citare solo poche "spiegazioni necessarie". Ognuno degli autori appena citati sostiene di avere offerto una spiegazione coerente che integra tutti i dati che considera storici. Se si devono discutere le varie spiegazioni di questi autori, bisogna dapprima volgersi ai loro giudizi sulla storicità delle singole parti della tradizione su Gesù, sull'interpretazione delle singole parti e solo dopo cominciare a discutere il significato dell'insieme" (Cfr. John P. Meier, ''Un ebreo marginale. Ripensare il Gesù storico'', Queriniana, 2009)</ref>.
La critica esegetica utilizza un ulteriore criterio:
* il Criterio dell'imbarazzo (o contraddizione) afferma che difficilmente la Chiesa primitiva avrebbe potuto inventare qualcosa in grado di procurarle imbarazzo<ref name="ReferenceA"/>.