Remigio (magister officiorum): differenze tra le versioni

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Tra il 367 circa e il 372 circa, Remigio ricoprì la carica di ''[[magister officiorum]]'' (ovvero capo della cancelleria imperiale) d'Occidente. In tale ruolo coprì le malefatte del ''comes Africae'' [[Romano (comes)|Romano]], suo parente per matrimonio, che taglieggiava gli abitanti delle province che avrebbe dovuto difendere: Remigio, infatti, presentava all'imperatore rapporti falsi, e dunque per lungo tempo [[Valentiniano]] ignorò le richieste di aiuto dei suoi sudditi africani.<ref>Ammiano Marcellino, xxvii.9.2.</ref> Quando nel [[368]] gli abitanti della Tripolitana inviarono una delegazione a corte per lamentare presso l'Imperatore la rovina delle loro terre, causata dalle incursioni dei barbari e dal rifiuto del Comes di intervenire, Romano inviò a Remigio un messo che arrivasse prima della delegazione, pregando il suo parente di far sì che Valentiniano assegnasse a Romano stesso l'incarico di indagare le accuse mosse dai Tripolitani; l'intervento di Remigio fece sì che la delegazione non avesse effetti concreti.<ref>Ammiano Marcellino, xxviii.6.8.</ref> Nel 372, la morte del principe del Mauri [[Nubel]] scatenò una guerra fratricida tra i suoi figli; il ''comes'' Romano prese le parti di [[Zammac]], ucciso dal fratello [[Firmo (usurpatore IV secolo)|Firmo]], e inviò una serie di rapporti a corte che venivano letti con favore dall'Imperatore, mentre le lettere inviate da Firmo erano ritardate o intercettate a causa dell'intervento di Remigio a favore del proprio parente.<ref>Ammiano Marcellino, xxix.5.2.</ref>
 
Poco dopo questi fatti, Remigio fu sostituito nella sua carica da Leone, e si ritirò a vita privata nella propria città natale, [[Moguntiacum]], dedicandosi all'attività agricola. Il temuto prefetto del pretorio [[Massimino (prefetto dell'annona)|Massimino]], divenuto famoso per aver investigato e fatto condannare diversi alti funzionari, alcuni innocenti, decise di indagare sulla condotta di Remigio in occasione dell'ambasciata dei Tripolitani: fece catturare e torturare Cesario, che era già stato al servizio di Remigio, volendo sapere da lui quanto avesse guadagnato Remigio dai favori che aveva fatto a Romano. Venuto a conoscenza di questo fatto, Remigio decise di togliersi la vita (374 o 375).<ref>Ammiano Marcellino, xxx.2.10–12.</ref>
 
== Note ==