Dissoluzione dell'Unione Sovietica: differenze tra le versioni

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=== Unione Sovietica centrale – Perdita di sei repubbliche ===
Il 7 febbraio [[1990]], nel suo 70º anniversario di lungo monopolio di potere politico, il [[Comitato Centrale del PCUS]] accettò le raccomandazioni di [[Michail Gorbačëv|Mikhail Gorbachev]].<ref>{{Cita web|url=http://www.history.com/this-day-in-history/soviet-communist-party-gives-up-monopoly-on-political-power |titolo=Soviet Communist Party gives up monopoly on political power – History.com This Day in History – 2/7/1990 |editore=History.com |accesso=23 giugno 2011}}</ref> Come conseguenza, durante il [[1990]] tutte e quindici le repubbliche che costituivano l'URSS tennero le loro prime libere elezioni: riformatori e [[nazionalismo etnico|nazionalisti etnici]] ottennero la maggioranza dei seggi. Il PCUS perse le elezioni nelle seguenti sei repubbliche:
* [[Lituania]] il 24 febbraio (con ballottaggio il 4, 7, 8 e 10 marzo), vinse [[Sąjūdis|Sajudis]]
* [[Moldavia]] il 25 febbraio, vinse il [[Fronte Popolare Moldavo]]
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=== Elezioni multipartitiche ===
Nel febbraio 1990, il [[Comitato centrale del PCUS|Comitato Centrale]] del [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica]] accettò di rinunciare al suo stato di [[monopartitismo|partito unico]]. Nel corso delle settimane successive, le 15 [[repubbliche dell'Unione Sovietica|repubbliche dell'URSS]] tennero le loro prime libere elezioni.
 
Le repubbliche costituenti iniziarono a dichiarare la propria sovranità nazionale e iniziarono una "battaglia legislativa" con il governo di [[Mosca (Russia)|Mosca]], in cui i governi delle repubbliche costituenti respingevano la legislazione a livello di Unione, dove era in conflitto con le leggi locali, affermando il controllo su tutte le loro economie locali e rifiutandosi di pagare le entrate fiscali al governo centrale di Mosca.