Monogramma di Cristo: differenze tra le versioni
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[[File:Crismon-symbol.svg|thumb|upright=0.7|Schema del Monogramma di Cristo.]]
Il '''monogramma di Cristo''' o '''Chi Rho''' (o ''CHRISMON'') è una combinazione di lettere dell'[[alfabeto greco]], che formano una abbreviazione del nome di [[Cristo]].
In [[Unicode]] il simbolo ''chi-rho'' corrisponde a U+2627 (☧).
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== La visione di Costantino ==
[[File:Maiorina-Vetranio-siscia RIC 281.jpg|thumb|upright=1.4|Moneta raffigurante il [[Cesare (titolo)|cesare]] [[illiria|illirico]] [[Vetranione]]. Sul [[rovescio (moneta)|rovescio]], regge due [[labaro|labari]] con l'insegna di Costantino]]
Secondo gli storici cristiani del IV secolo, l'[[Imperatore romano]] [[Costantino I]] pose il monogramma di Cristo sul [[labaro]], lo stendardo militare imperiale, che doveva precedere l'esercito in battaglia.{{vedi anche|In hoc signo vinces}}
Nel capitolo XLIV del suo ''[[De mortibus persecutorum]]'' ("Come muoiono i persecutori") [[Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio|Lattanzio]], il precettore del figlio di Costantino, afferma che Costantino lo avrebbe creato dopo aver ricevuto in sogno alla vigilia della [[Battaglia di Ponte Milvio|battaglia al Ponte Milvio]] l'ordine di apporre sugli scudi dei suoi soldati un "segno celeste di dio". Al termine della giornata le sue schiere prevalsero<ref>Il testo di Lattanzio racconta sinteticamente: "Commonitus est in quiete Constantinus, ut caeleste signum dei notaret in scutis atque ita proelium committeret. Facit ut iussus est et transversa X littera, summo capite circumflexo, Christum in scutis notat."</ref>.
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* In una successiva memoria agiografica dell'imperatore, che Eusebio scrisse dopo la morte di Costantino ("Sulla vita di Costantino", ca. 337‑339), l'apparizione miracolosa avvenne quando gli eserciti si incontrarono sul Ponte Milvio. In quest'ultima versione l'imperatore aveva meditato sulla questione logica delle sfortune che accadono agli eserciti che invocano l'aiuto di molti dei, e decise di cercare l'aiuto divino per l'imminente battaglia, dal "Solo Dio". A mezzogiorno Costantino vide una croce di luce sovrimpressa al Sole. Attaccata ad essa c'era la scritta ''In hoc signo vinces''. Non solo Costantino, ma l'intera armata, avrebbe visto il miracolo.
Per giustificare la nuova versione degli eventi, Eusebio scrisse nella ''Vita'' che Costantino stesso gli aveva raccontato questa storia "e la confermò con dei giuramenti", in tarda età "quando fui ritenuto degno della sua conoscenza e compagnia". "In effetti", dice Eusebio, "avesse raccontato questa storia chiunque altro, non sarebbe stato facile accettarla".
Nel suo ''Historia ecclesiae'' Eusebio riporta inoltre che, dopo la sua entrata vittoriosa a Roma, Costantino fece erigere una statua che lo raffigurava, "reggente il segno del Salvatore [la croce] nella sua mano destra." Non ci sono altri resoconti che confermino un così evidente monumento.
L'interpretazione del suo uso come un simbolo specificatamente cristiano è comunque rafforzata dal fatto che l'imperatore [[Giuliano (imperatore romano)|Giuliano]] lo rimosse dalle sue insegne e che fu ristabilito solo dai suoi successori cristiani.
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