Giainismo: differenze tra le versioni

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[[File:Jain Prateek Chihna.svg|miniatura|Il simbolo ufficiale del giainismo noto come Jain Prateek Chinha. E' usato da tutti i gruppi giainisti dal 1974.
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In basso la scritta ''parasparopagraha jivānām'' (Tattvārthasūtra 5.21) che rappresenta il motto della comunità giainista.
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Il '''giainismo''' (anche '''jainismo'''<ref>{{Treccani
|giainismo
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}}</ref>) è la religione dei seguaci di [[Jina]] (in sanscrito “il Vittorioso"), epiteto di Vardhamāna (“colui che accresce”) noto anche con i nomi di Nāyāputta (“figlio dei Nāya”), dal nome del clan cui apparteneva, Jñāta (“asceta”), Muni (“saggio”),  Bhagavān (“venerabile”), Araha (“onorevole”), Veyavī (“conoscitore del Veda”) e con i celebri epiteti di Mahāvīra (“grande eroe”) e di [[Tirthamkara|Tīrthaṃkara]] (“creatore di guado”), che visse nel VI sec. a.C. nella regione del [[Bihar]]. Si tratta di un gruppo eterodosso rispetto alla religiosità brahmanica e [[vedica]] e che mira a ottenere la liberazione dal ciclo delle esistenze e l’eliminazione del [[Karma|karman]] attraverso una serie di pratiche di austerità. Fa riferimento a una serie di testi (definiti in un Canone) che riportano l’insegnamento del fondatore, ma i giainisti ritengono che Vardhamāna sia solo il ventiquattresimo dei maestri definiti appunto come [[Tirthamkara|Tīrthaṃkara]] che hanno insegnato la via della liberazione dal ciclo delle esistenze. Si tratta di una dottrina che trasmette pratiche salvifiche e ha aspetti che la discostano dalla dimensione religiosa così come essa è intesa in Occidente (per esempio le figure divine che nel giainismo sono presenti ma hanno ruolo molto diverso rispetto a forme teistiche). In sostanza il giainismo indica come uscire dal [[saṃsāra]] (ciclo delle vite continue) e come liberarsi dal [[Karma|karman]], elementi che determinano il continuo trasmigrare di vita in vita e quindi una condizione di sofferenza. È possibile che l’insegnamento catalizzato e proposto da Vardhamāna poggi su precedenti nuclei, trasmessi da figure di cui sono noti alcuni nomi, come Pārśva, il ventritreesimo Tīrthaṃkara, cui possiamo probabilmente dare contorni storici, o che rimandano a dimensioni mitiche, come il primo [[Tirthamkara|Tīrthaṃkara]], Ṛṣabha, la cui identità si perde nella leggenda e in cui alcuni studiosi hanno voluto vedere una connessione con le civiltà pre-arie (quella della [[Civiltà della valle dell'Indo|Civiltà della Valle dell’Indo]]), vista l’importanza delle figure taurine e bovine nella civiltà vallinda (testimoniata dalle rappresentazioni dei famosi sigilli vallindi) e il significato del termine Ṛṣabha, che è appunto quello di “toro”. L’originalità del pensiero giainista, il suo accostamento a tradizioni come quelli dei Cārvāka e degli Ājīvika, il mantenimento di un suo chiaro profilo attraverso i secoli e la sua antichità indubbia rendono questa tradizione una delle più preziose testimonianze del pensiero nel subcontinente indiano.
[[File:Jain Prateek Chihna.svg|miniatura|Il simbolo ufficiale del giainismo noto come Jain Prateek Chinha. E' usato da tutti i gruppi giainisti dal 1974.
In basso la scritta ''parasparopagraha jivānām'' (Tattvārthasūtra 5.21) che rappresenta il motto della comunità giainista.
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== Dottrina ==
[[File:Birthplace of Mahavir (Originator of Jainism) & the Ashoka Pillar.jpg|thumb|[[Vaishali|Vaiśālī]], antica città situata nello stato di [[Bihar]], dove nel 599 a.C. nacque [[Mahavira|Mahāvīra]], il fondatore del [[giainismo]].|258x258px]]
La tradizione dogmatica distingue la dottrina del [[giainismo]] in sette verità fondamentali chiamate [[tattva]]: [[jīva]], la sostanza spirituale che costituisce le anime, ajīva, le sostanze inanimate, āśrava, l’afflusso della materia nell’anima, bandha, il legame dell’anima rispetto alla materia, saṃvara, l’arresto dell’afflusso di materia nell’anima, nirjarā, l’eliminazione della materia accumulata, mokṣa, la liberazione dal ciclo delle rinascite.
 
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Per i giainisti non c’è dunque distinzione tra essere e divenire perché la realtà coincide con ciò che esiste e si manifesta. Tutto questo è però soggetto alla legge del mutamento (pariṇāma). Il giainismo vede dunque come prospettive estremiste quelle del [[Vedānta]], che nega valore di verità alla manifestazione del reale, rifugiandosi in un monismo assoluto, e quella del [[Buddhismo|buddismo]] che invece nega la sussistenza di elementi reali nella manifestazione giudicando tutto illusione.
 
La materia dunque si unisce all’anima determinandone una serie di conseguenze, in particolare un offuscamento delle possibilità e della capacità conoscitive. Il corpo fisico è solo uno degli “strati” di materia che si agganciano all’anima. Esistono diversi corpi tra i quali in particolare il corpo karmico che muta continuamente a causa dell’attrazione di particelle di materia da parte dell’anima a causa del desiderio e delle passioni.[[File:Birthplace of Mahavir (Originator of Jainism) & the Ashoka Pillar.jpg|thumb|[[Vaishali|Vaiśālī]], antica città situata nello stato di [[Bihar]], dove nel 599 a.C. nacque [[Mahavira|Mahāvīra]], il fondatore del [[giainismo]].|258x258px]]L’azione (yoga) è la causa dell’afflusso di [[Karma|karman]] che impedisce la corretta visione delle cose, offusca l’intuizione e la percezione, rende sensibili al dolore e alla gioia (sensazione), confonde la retta fede e turba la retta condotta, determina le nascite future, condiziona le qualità fisiche e psichiche del futuro corpo, stabilisce il futuro status sociale ([[casta]], lignaggio, famiglia, etc.) e causa impedimenti di varia natura all’anima.
 
L’azione (yoga) è la causa dell’afflusso di [[Karma|karman]] che impedisce la corretta visione delle cose, offusca l’intuizione e la percezione, rende sensibili al dolore e alla gioia (sensazione), confonde la retta fede e turba la retta condotta, determina le nascite future, condiziona le qualità fisiche e psichiche del futuro corpo, stabilisce il futuro status sociale ([[casta]], lignaggio, famiglia, etc.) e causa impedimenti di varia natura all’anima.
 
Il giainismo ha dedicato molta attenzione ai meccanismi che regolano l'afflusso karmico: le particelle karmiche sfiorano l'anima ma non riescono ad agganciarsi a essa se non per effetto delle passioni che consentono al karman di attaccarsi all'anima. Come la polvere il karman si aggancia all'anima solo se questa è "umida" a causa delle passioni.