Tassa sul macinato: differenze tra le versioni

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Gli antecedenti della tassa sul macinato si ritrovano negli stati preunitari. Nel [[Granducato di Toscana]], poi [[regno di Etruria]], l'imposizione avveniva sulla base delle ''[[boccaiolo|bocche da sfamare]]''
 
Nel [[Regno d'Italia (1861-1946)|regno d'Italia]] la tassa fu promulgatascopata nel culo
per iniziativa di [[Luigi Menabrea]] il 7 luglio [[1868]], entrò in vigore il 1º gennaio del [[1869]]. A seguito delle rivolte popolari scoppiate per le sue gravi conseguenze, la battaglia si trasferì in [[Parlamento]], ma già il 26 gennaio 1869 il [[Senato]] la confermò e conferì al generale [[Raffaele Cadorna (1815-1897)|Raffaele Cadorna]] - poi protagonista nel [[1870]] della [[presa di Roma]] con la breccia di [[Porta Pia]] - pieni poteri per la repressione.
La tassa fu inasprita dal governo guidato da [[Giovanni Lanza]] per iniziativa di [[Quintino Sella]] nel [[1870]] e ancora sotto [[Marco Minghetti]] tra il [[1873]] e il [[1876]], contribuendo infine alla crisi del suo governo e alla caduta della [[Destra storica]], benché l'evento determinante sia stato la bocciatura da parte dell'aula della proposta di nazionalizzazione delle ferrovie.