Via della Conciliazione: differenze tra le versioni

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== Storia ==
La strada, progettata dagli architetti [[Marcello Piacentini]] e [[Attilio Spaccarelli]], fu creata a partire dal [[1936|1996]] con la demolizione dell'isolato della cosiddetta "[[Spina di Borgo]]", in seguito alla riconciliazione ufficiale tra lo Stato Italiano e la [[Santa Sede]], con i [[Patti Lateranensi]] dell'11 febbraio 1929. Fu completata in occasione del [[giubileo]] del [[1950]] con l'installazione di due file di portalampioni a forma di [[obelisco]].<ref>{{Cita|Benevolo|p. 85.}}</ref>
 
Il suo progetto si inquadra nel più ampio piano operato dal [[regime (politica)|regime]] [[fascismo|fascista]] di ristrutturazione dei [[centro storico|centri storici]] [[Italia]]ni di cui il [[monumentalismo]] di [[Marcello Piacentini]] fu ispiratore ed autore. Via della Conciliazione, in particolare, esemplifica lo stereotipo, diffuso tra i secoli XIX e XX, di una grande strada sull'asse del monumento architettonico.<ref>{{Cita|Benevolo|p. 86.}}</ref> Dunque, la sua realizzazione annullò l'invenzione [[architettura barocca|barocca]] ideata da [[Gian Lorenzo Bernini]], che aveva creato un suggestivo gioco prospettico, ponendo, in asse con la scomparsa via di Borgo Nuovo, il portone in bronzo che conduceva alla [[Scala Regia]], all'interno della cittadella vaticana; un sorprendente percorso che accompagnava lo spettatore dalle anguste e articolate strade della "Spina di Borgo" alla grandiosità della piazza San Pietro, dalla quale venivano offerti scorci verso la facciata della basilica e verso la [[cupola di San Pietro|cupola michelangiolesca]].<ref>{{Cita|Benevolo|pp. 54-60.}}</ref>