Canti Orfici: differenze tra le versioni

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→‎Significato del titolo dei Canti Orfici: Credo di avere corretto una grave imprecisione concettuale: L'Orfismo di cui parla Schuré allude sempre almitico poeta Orfeo.
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''Canti Orfici'' sostituisce il titolo precedente, ''Il più lungo giorno'', che era una citazione di un passo de ''Il ritorno'' compreso nella terza parte del [[poema|poemetto]] in prosa «La notte»: {{Citazione|''E si raccoglie la mia anima - e volta al più lungo giorno de l'amore antico ancora leva chiaro un canto a l'amore notturno''|''La notte''}} passo che nei Canti Orfici è poi scomparso.
 
Con l'aggettivo "Orfico", Campana alludeva (benché nell'opera manchino richiami espliciti) ad [[Orfeo]], il mitico poeta delle origini capace di incantare le fiere e di sfidare la morte scendendo agli Inferi per fare tornare alla vita l'amata [[Euridice (ninfa)|Euridice]]. Il personaggio di [[Orfeo]], la cui vicenda è nota soprattutto per essere stata narrata nel quarto libro delle [[Georgiche]] da [[Virgilio]], aveva ispirato nell'antichità un [[culto]] [[iniziazione|iniziatico]] denominato appunto Orfismo. Definendo dunque ''Orfici'' i suoi ''Canti'', Campana vuole sottolinearne alcuni aspetti: il carattere di una poesia originaria, che ha radici remote e misteriose (forse anche in polemica con l'esaltazione futurista della modernità), di una poesia notturna, che scende nei recessi profondi dell'animo umano e fa uso di un linguaggio criptico sfidando le convenzioni del linguaggio comune. Inoltre Orfeo, secondo Virgilio, muore fatto a pezzi dalle donne dei Ciconi, ecosì Campanacome poneviene nelfatto [[colophon]]a delpezzi poemail unafanciullo citazioneevocato dinel [[Walt Whitman|Walt Withmancolophon]] in cui si parla di un fanciullo fatto a pezzi e insanguinato: si ritiene solitamente che nel fanciullo Campana rappresenti il proprio destinodell'opera.
 
Va peraltro detto che al mito di Orfeo fanno riferimento anche altri poeti dell'epoca e che Campana conosceva certamente il capitolo ''Orphée (Les mystères de Dyonysos)'' dei ''Grands initiés, Esquisse de l'histoire secrète des religions'', di [[Edouard Shuré]], opera che, pubblicata in francese nel [[1889]] e tradotta in italiano nel [[1906]], godette di uno straordinario successo di pubblico.
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===Il viaggio===
 
Il tema centrale dell'opera di Campana è quello del viaggio, [[sogno|onirico]] o reale, lontano (la [[pampa|pa1mpa]] [[argentina]]) o vicino (i luoghi ricorrenti sono [[Faenza]], [[Firenze]], [[Genova]] e [[Bologna]]).
 
Campana, influenzato da [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]], prende da lui, nei momenti peggiori, l'enfasi e si affida alla suggestione [[retorica]], pronto a trasformare gli elementi autobiografici in una vicenda [[romanticismo|romantica]] affidati a un cromatismo insistente con un io che domina la scena: {{Citazione|''Nel viola della notte odo canzoni bronzee. La cella è bianca, il giaciglio è bianco. La cella è bianca, piena di un torrente di voci che muoiono nelle angeliche cune, delle voci angeliche bronzee è piena la cella bianca''| ''Sogno di prigione''.}}