Lelio Basso: differenze tra le versioni

 

=== Attività politica ===

Dopo la Liberazione Lelio Basso fu eletto vicesegretario del PSIUP e, nel [[1946]], divenne deputato dell'[[Assemblea Costituente della Repubblica Italiana|Assemblea Costituente]].<ref>Sul contributo di Basso ai lavori dell'Assemblea Costituente, si veda Fondazione Lelio e Lisli Basso. ''La via alla politica. Lelio Basso, Ugo La Malfa, Meuccio Ruini protagonisti della Costituente'', a cura di Giancarlo Monina, Milano, Franco Angeli, 1999.</ref> Fece parte della Commissione, formata da 75 membri, che dovevano scrivere il testo della Costituzione e contribuì in particolar modo<ref>Cesare Pinelli, ''Lavare la testa all'asino'', [[Mondoperaio]], 11-12/2015, p. 35.</ref> alla formulazione degli articoli 3 e 49<ref>In quella sede fu da lui delineata "una forma di governo nella quale gli attori dei processi decisionali dovevano essere i

partiti, e non la maggioranza e la minoranza", che "si collegava ad una concezione del rapporto fra i partiti ed il

 

Al momento della scissione di [[Giuseppe Saragat|Saragat]] ([[1947]]), Basso divenne Segretario del PSI, un ruolo che occupò fino al Congresso di Genova nel [[1948]]. In quella veste, unitamente a [[Pietro Nenni]] rispedì "sdegnosamente al mittente"<ref>Tommaso Nencioni, ''Lo stigma dell'azionista'', in [[Mondoperaio]], 11/2014, p. 68.</ref> l'appello di Riccardo Lombardi, assieme ad Ignazio Silone e Giuseppe Romita per una riunificazione tra [[Partito Socialista Italiano|Psi]], [[Partito Socialista Democratico Italiano|Psli]] e [[Partito d'Azione]].

 

Nel [[1950]] non fu rieletto a livelli dirigenziali, per via delle sue visioni contrarie all'inclinazione [[Stalinismo|stalinista]] del partito a quel tempo. Al Congresso di Milano del [[1953]] non fu incluso nel comitato centrale e vi fu riammesso solo nel [[1955]]<ref>"Per bilanciare l'avventurosa proposta al mondo cattolico e alla