Dmitrij Medvedev: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→Nomine personali: correggo refuso |
→La seconda guerra in Ossezia del Sud: Correggo. Sostitusco passato con approvato. |
||
Riga 118:
Al momento dell'attacco, Medvedev era in vacanza e Putin era a [[Pechino]] per presenziare alla cerimonia d'apertura dei giochi olimpici.<ref>[http://www.atimes.com/atimes/China/JI06Ad01.html China still on-side with Russia] Asia Times, 6 September 2008</ref> Alla 1:00 dell'8 agosto, Medvedev ebbe una conversazione telefonica col ministro della difesa in carica, [[Anatoliy Serdyukov]]. Durante questa conversazione, Medvedev autorizzò l'uso della forza contro la Georgia.<ref>{{cite book|title=The Tanks of August|publisher=Centre for Analysis of Strategies and Technologies|year=2010|last1=Lavrov|first1=Anton|editor=Ruslan Pukhov|isbn=978-5-9902320-1-3|page=49}}</ref> Il giorno successivo, Medvedev rilasciò un'intervista nella quale dichiarò:
{{quote|La scorsa notte, le truppe georgiane hanno commesso un atto di aggressione contro i pacificatori russi e contro la popolazione civile dell'Ossezia del Sud... In accordo con la Costituzione e le leggi federali, come presidente della Federazione Russa, è mio dovere proteggere le vite e la dignità dei cittadini russi ovunque si trovino.
Nelle prime ore dell'8 agosto, le forze militari russe lanciarono una controffensiva contro le truppe georgiane. Dopo cinque giorni di pesanti combattimenti, tutte le forze georgiane si ritirarono dall'Ossezia del Sud e dalla Abkhazia. Il 12 agosto, Medvedev annunciò la fine delle operazioni militari russe. In quello stesso giorno venne siglato un accordo di termine delle operazioni col presidente francese [[Nicolas Sarkozy]], alleato dei russi. Il 26 agosto, dopo essere stato unanimemente
L'opinione popolare russa circa l'intervento militare fu largamente positiva, non solo tra i sostenitori del governo, ma anche in tutto lo spettro politico nazionale.<ref name="treisman_p154">Treisman, p.154</ref> La popolarità di Medvedev crebbe del 10% giungendo così al 70%,<ref>Treisman, p.259</ref> avendo dato prova di coinvolgimento diretto negli sforzi bellici.<ref>Sakwa 2011, p.343</ref> Anche Putin ebbe un ruolo di risalto nel conflitto, lasciando immediatamente le celebrazioni a Pechino per portarsi nelle zone del conflitto ed assistere i rifugiati.
|