Ordine dei frati predicatori: differenze tra le versioni
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[[File:Blasondominicain.svg|right|250px|L'emblema dell'Ordine: la croce gigliata bianca e nera con il motto "laudare, benedicere, praedicare"]]
L<nowiki>'</nowiki>'''Ordine dei frati predicatori''' (''Ordo fratrum praedicatorum'') è un [[istituto religioso]] maschile [[di diritto pontificio]]: i frati di questo [[
L'ordine sorse agli inizi del [[XIII secolo]] in [[Linguadoca (provincia)|Linguadoca]] a opera dello spagnolo [[Domenico di Guzmán]] con il fine di lottare contro la diffusione del [[catarismo]], la più importante eresia medievale: Domenico e i suoi compagni scelsero di contrastare le dottrine eretiche sia attraverso la predicazione che attraverso l'esempio di una severa ascesi personale, vivendo in povertà e [[
Poiché per confutare le dottrine eterodosse era necessario che i predicatori, oltre a essere esemplarmente poveri, avessero anche una solida preparazione culturale, i conventi domenicani divennero importanti centri di studi teologici e biblici:<ref>L.A. Redigonda, DIP, vol. IV (1977), col. 928.</ref> appartennero all'ordine alcuni dei più importanti teologi medievali, come [[Tommaso d'Aquino]] e [[Alberto Magno]].<ref>L.A. Redigonda, DIP, vol. IV (1977), col. 933.</ref>
La forma di vita di Domenico e dei suoi compagni venne approvata solennemente da [[papa Onorio III]] con le [[
Le principali finalità dell'ordine sono la propagazione e la difesa del [[Chiesa cattolica|cattolicesimo]] mediante la predicazione, l'insegnamento e la stampa.<ref name="ap"/>
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Il fondatore nacque nel [[1170]] a [[Caleruega]], in [[Castiglia]], da Felice di Guzmán e [[Giovanna d'Aza]], membri della piccola nobiltà: il nome di Domenico gli venne imposto in onore del [[Domenico di Silos|santo abate]] del [[Monastero di Santo Domingo de Silos|monastero di Silos]]. Dopo aver studiato teologia a [[Palencia]], entrò nel capitolo regolare che serviva nella cattedrale di [[Burgo de Osma-Ciudad de Osma|Osma]], di cui divenne sottopriore.<ref>D. Penone, ''op. cit.'', p. 7.</ref>
Nel [[1203]] accompagnò il [[
Conclusa la missione in Danimarca, insieme al suo vescovo, ottenne da [[papa Innocenzo III]] il permesso di unirsi ai legati papali (i [[Ordine cistercense|cistercensi]] [[Arnaud Amaury|Arnaldo di Cîteaux]] e [[Pietro di Castelnau]]) che predicavano tra i catari in Linguadoca.<ref name="dp1"/>
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Poiché i "perfetti" catari conducevano una vita povera, austera e casta,<ref>P. Lippini, ''op. cit.'', p. 12.</ref> avevano una profonda conoscenza delle [[Bibbia|Sacre Scritture]] e predicavano con semplicità, viaggiando a piedi due a due percorrendo i villaggi, le loro dottrine, inizialmente diffuse soprattutto tra i nobili e la borghesia, stava penetrando anche nelle classi popolari: contro la diffusione del catarismo l'azione missionaria dei vescovi (maggiormente attenti all'amministrazione dei beni terreni), del clero secolare (culturalmente impreparato) e dei monaci cistercensi (tradizionalmente dediti più alla vita contemplativa che alla predicazione) non aveva ottenuto successi.<ref>P. Lippini, ''op. cit.'', pp. 15-16.</ref>
Domenico si rese conto che una delle maggiori ragioni del successo del catarismo tra i ceti umili, naturalmente mal disposti verso il lusso e la ricchezza del clero, era la propaganda [[
=== La fondazione dell'ordine ===
[[File:Religiosam vitam.jpg|thumb|La bolla ''[[Religiosam vitam]]'' del [[1216]]]]
Nel [[1205]] il vescovo di [[
Tra il [[1213]] e il [[1214]], a Fanjeaux, prese forma l'idea di dare inizio a un nuovo ordine e nella primavera del [[1215]] il vescovo Folco diede il primo riconoscimento ecclesiastico alla comunità di Domenico, approvata come fraternità di predicatori per la diocesi di Tolosa.<ref>W. Hinnebusch, ''op. cit.'', p. 18.</ref>
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=== Primi sviluppi ===
Dopo l'approvazione ufficiale del papa, il 15 agosto [[1217]] Domenico mandò sette dei suoi frati a [[Parigi]] per studiare, predicare e fondare un convento, altri quattro frati in [[Spagna]], tre a [[Tolosa]] e due a Prouille, per la direzione spirituale delle [[
Quelle di Bologna e Parigi, sedi universitarie, divennero le comunità più forti e influenti dell'ordine: Domenico assunse personalmente la guida del convento di Bologna e inviò come superiore a Parigi [[Reginaldo d'Orléans]];<ref name="wh23"/> morto Reginaldo, gli succedette [[Giordano di Sassonia]], futuro maestro generale.<ref>W. Hinnebusch, ''op. cit.'', p. 24.</ref>
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Dopo un nuovo viaggio in Lombardia, Domenico si ammalò e morì a Bologna il 6 agosto [[1221]]. L'ordine contava circa trecento frati e una ventina di conventi, organizzati in otto province e sparsi tra Francia, Italia, Spagna, Germania e Scandinavia, mentre si preparavano fondazioni in [[Ungheria]], [[Polonia]] e [[Inghilterra]].<ref>W. Hinnebusch, ''op. cit.'', p. 33.</ref>
Come richiesto dal [[
Durante il Medioevo molti domenicani si dedicarono all<nowiki>'adattamento delle dottrine Aristoteliche alla teologia cristiana. Si ricordano in particolare Sant'Alberto Magno e San Tommaso d'Aquino. Molti domenicani ricoprirono compiti di rilievo e spesso erano membri di quest'ordine a formare i tribunali della Inquisizione. Per il loro zelo vennero denominati anche ''Domini canes''</nowiki> (cani del Signore)<ref>[http://www.dominicanes.it/dominicanes.html Domenicani: Provincia Romana di S. Caterina da Siena]</ref>.
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Il punto focale della spiritualità domenicana è la figura di Cristo redentore, causa meritoria della salvezza umana: il carattere cristocentrico di tale spiritualità è dimostrato dalla devozione dei frati per la [[passione di Gesù]] (uno dei principali promotori della pratica della ''[[Via Crucis]]'' fu il domenicano [[Alvaro de Zamora]], che l'introdusse nel convento di [[Cordova]]) e per l'[[Eucaristia]] ([[Tommaso d'Aquino]] compose l'ufficio liturgico per la festa del ''[[Corpus Domini]]'').<ref>.A. Redigonda, DIP, vol. IV (1977), col. 940.</ref>
Peculiare è anche la devozione [[Maria (madre di Gesù)|mariana]], forte già nel fondatore e propagata da [[Pietro da Verona]] attraverso la creazione di numerose confraternite; i domenicani [[Alano della Rupe|Alano de la Roche]] e [[Jacob Sprenger]] furono tra i principali promotori della pratica del [[Rosario]] (o salterio della Beata Vergine) e tale devozione ebbe un notevole impulso sotto il pontificato del papa domenicano [[papa Pio V|Pio V]], che la collegò alla vittoria sui [[Impero ottomano|turchi]] a [[
I domenicani, particolarmente padre [[Marie-Jean-Joseph Lataste]], promossero l'inserimento del nome di [[san Giuseppe]] nel canone della messa e spinsero [[papa Pio IX]] a proclamarlo patrono della Chiesa universale.<ref name="sjap">L.A. Redigonda, DIP, vol. IV (1977), col. 943.</ref> Ebbero un ruolo importante anche nella diffusione della devozione per le anime del [[Purgatorio]]: la pratica delle tre Messe in suffragio da celebrarsi il 2 novembre, divenuta prassi universale nella Chiesa cattolica, ebbe origine nel [[XV secolo]] nel convento domenicano di [[Valencia]].<ref name="sjap"/>
Numerosi i frati domenicani elevati all'onore degli altari: oltre al fondatore, [[Raimondo di Peñafort]]<ref>A. Vauchez, BSS, vol. XI (1968), coll. 16-24.</ref>, terzo maestro generale dell'ordine; il martire [[Pietro da Verona]]<ref>V.J. Koudelka, BSS, vol. X (1968), coll. 746-754.</ref>; i teologi e dottori della Chiesa [[Tommaso d'Aquino]]<ref>C.M.J. Vansteenkiste, BSS, vol. XII (1969), coll. 544-563.</ref> e [[Alberto Magno]]<ref>A. Walz, BSS, vol. I (1961), coll. 700-716.</ref>; i missionari [[Giacinto Odrovaz|Giacinto]] e [[Luigi Bertrando]]; [[Vincenzo Ferreri]]<ref>S.M. Bertucci, BSS, vol. XII (1969), coll. 1168-1176.</ref>, invocato come taumaturgo; il vescovo di [[
== Il governo dell'ordine ==
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== L'abito domenicano ==
[[File:Dominican Friar.jpg|thumb|L'abito domenicano]]
L'[[
L'abito era completato da una [[cintura]] di [[cuoio]] stretta in vita alla quale i frati portavano appesi alcuni oggetti di uso quotidiano; i frati conversi, che generalmente erano di bassa estrazione sociale e analfabeti, portavano anche una sorta di corona di perle per contare le preghiere (da cui, probabilmente, deriva l'uso dei domenicani di portare la corona del [[rosario]] alla cintura).<ref>P. Lippini, in ''La sostanza dell'effimero...'', cit., p. 304.</ref>
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I principali centri di studio sono la [[Pontificia Università San Tommaso d'Aquino]], eretta a [[Roma]] nel [[1580]], trasformata in ateneo ''Angelicum'' nel [[1909]] e decorata del titolo di Pontificia Università da [[papa Giovanni XXIII]] ([[motu proprio]] ''Dominicanus ordo'' del 7 marzo [[1963]]), che comprende le facoltà di teologia, filosofia, diritto canonico e scienze sociali;<ref>''Ann. Pont. 2010'', p. 1912.</ref> l'[[università di Santo Tomas]] a [[Manila]], fondata dai domenicani spagnoli nel [[1611]] e considerata una delle più prestigiose istituzioni accademiche in [[Asia]];<ref>U. Horst, in G. Schwaiger, ''op. cit.'', p. 200.</ref> l'''École biblique'' di [[Gerusalemme]], fondata nel [[1890]] per iniziativa di [[Marie-Joseph Lagrange]].<ref>U. Horst, in G. Schwaiger, ''op. cit.'', p. 199.</ref>
Gli studiosi domenicani hanno esercitato una notevole influenza su tutta la riflessione teologica della seconda metà del [[XX secolo]]: i teologi "progressisti" [[Marie-Dominique Chenu]], [[Yves Congar]] e [[Edward Schillebeeckx]] parteciparono e diedero un importante contributo al [[
I frati domenicani stampano e dirigono numerosi periodici a carattere scientifico, culturale o popolare.<ref>W. Hinnebusch, ''op. cit.'', p. 249.</ref>
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Al 31 dicembre [[2008]] l'ordine contava 602 conventi e 5.923 frati, 4.466 dei quali [[
== La famiglia domenicana ==
Oltre che dai frati (chierici e cooperatori), che costituiscono il primo ordine domenicano, la famiglia domenicana è composta dalle [[
Il monastero femminile di Notre-Dame de Prouille, istituito da Domenico nel [[1205]], costituisce la prima vera fondazione domenicana<ref>G. Cangiano, ''La famiglia domenicana in Italia oggi'', in W. Hinnebusch, ''op. cit.'', p. 257.</ref> (il primo convento maschile venne fondato a [[Tolosa]] solo nel [[1215]]): le monache domenicane vivono in clausura e si dedicano alla vita contemplativa; attraverso la preghiera e la penitenza cooperano all'apostolato dei frati, delle suore e dei laici domenicani.<ref>G. Cangiano, ''La famiglia domenicana in Italia oggi'', in W. Hinnebusch, ''op. cit.'', p. 258.</ref>
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