Girolamo Grifoni: differenze tra le versioni

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Il [[10 luglio]] [[1456]] conferisce la tonsura e i primi quattro ordini minori a Carlo di Battista dei Biffoli da Modigliana, Francesco di Giovanni di Bartolo da Stia, e Pietro di Minuccio di Gaspare del Casentino<ref> Firenze, Archivio di Stato, Notarile antecosimiano, 6953, 1456 luglio 10.</ref>.
 
Il [[30 marzo]] [[1463]] il Grifoni scrive a [[Cosimo de' Medici]] per indurlo a interessarsi della questione dell’indipendenza ecclesiastica dell’abbazia, lamentandosi per l’invalidamento di tutti i privilegi da parte del vescovo di Città di Castello e per la scomunica da questi rivoltagli e chiedendo a Cosimo di adoperarsi per riportare la pace a Sansepolcro, dilaniata dalle lotte tra le fazioni<ref>Firenze, Archivio di Stato, Mediceo avanti il principato, XII, n. 303rv; G. P.G. Scharf, ''La diocesi prima della diocesi: la coscienza urbana di Borgo San Sepolcro nel Quattrocento'', in «Pagine altotiberine», 6, 1998, pp. 95-104.</ref>. Il Grifoni parla della «molestissima lite nostra col vescovo di Castello», ma afferma essere «più chiaro che la lucie che el vescovo di Castello à la medesima giurisdictione in questa terra che nel resto del vescovado suo, per vigore delle sententie contra di noi et de privilegi nostri revocati».
 
L’8 dicembre [[1465]] il vicario del vescovo di Città di Castello conferma l’elezione del rettore della chiesa di Santa Fiora, compiuta dagli abati di Anghiari, Giacomo da Arezzo, e di Sansepolcro, Girolamo Grifoni<ref>Città di Castello, Archivio Storico Diocesano, Archivio Vescovile, Registri della Cancelleria Vescovile, 9, c. 64r</ref>.