Giovanni Della Casa: differenze tra le versioni
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Già messo in cattiva luce per la protezione data al fuggiasco [[Lorenzino de' Medici]]<ref>Lorenzino aveva assassinato il [[duca Alessandro de' Medici]] ed era ricercato dai sicari di [[Cosimo I de' Medici]]; Alessandro era stato marito di [[Margherita d'Austria]], la quale aveva poi sposato [[Ottavio Farnese]], nipote proprio del suo protettore [[Paolo III]].</ref> nel [[1544]], non ricevette mai la porpora cardinalizia e con la morte del suo protettore [[Paolo III|Alessandro Farnese]] e l'elezione di [[papa Giulio III]] cadde in disgrazia. Il Della Casa dovette ben presto lasciare Roma, dove era ritornato nel [[1551]] e si ritirò quindi a [[Nervesa della Battaglia|Nervesa]], un paese del [[Treviso|trevigiano]], dove probabilmente scrisse il famoso libro ''Il Galateo overo de' costumi'', così chiamato perché dedicato a monsignor [[Galeazzo Florimonte]], vescovo di Sessa che lo aveva ispirato.
Il testo si richiama ai dettami rinascimentali e propone una serie di consigli e regole tali da consentire una vita armonica e semplice. Allo stesso periodo ed alla stessa dimora va assegnato anche il ''Carminum Liber'', una raccolta di componenti di vario genere in latino utilizzando in modo ordinato l'elegia, l'esametro sia satirico che epistolare sulla scia di [[Orazio]], l'epodo (sempre oraziano), poi un gruppo di grandi odi oraziane, una per la morte di [[Orazio Farnese]], duca di
Le sue liriche misero in evidenza il suo attivismo di ricercatore e curatore dello stile e di un linguaggio originale ed articolato. Fu poi richiamato a Roma come segretario di stato vaticano da [[Papa Paolo IV]], succeduto a Giulio III. Senza aver ottenuto di diventare [[cardinale]] (forse a causa degli scritti licenziosi della gioventù), morì a Roma nel [[1556]]. Edite postume alla morte dell'autore nel [[1558]], le Rime ebbero largo successo tra i letterati del tempo.
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