Nam June Paik: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Nam
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|PostNazionalità = di origine sudcoreana
}}
Ha lavorato in diversi ambiti artistici, ma il suo nome è soprattutto legato alla [[videoarte]], di cui è uno dei pionieri.<ref>{{Cita|Bernardelli|p. 280}}.</ref>
== Biografia ==
Compie i suoi studi di estetica, arte e musica a [[Tokyo]] dove si laurea con una tesi su Arnold Schönberg. Tra il [[1958]] e [[1963]] partecipa alle manifestazioni [[Fluxus]] a [[Düsseldorf]], è in contatto con artisti come [[John Cage]] e [[Wolf Vostell]].
Partecipa ad una mostra considerata oggi la prima esposizione di video arte, dal titolo ''Exposition of Music – Electronic television'' ([[Wuppertal]], 1963) dove si mescolano musica elettronica e immagine elettronica, e nella quale Nam June Paik presenta “Tredici distorsioni per televisioni elettroniche”.<ref name=Bernardelli281>{{Cita|Bernardelli|p. 281}}.</ref>
Paik studia il disturbo e impara a provocarlo distorcendo l'immagine elettronica: le sue prime elaborazioni sono infatti televisori con immagini modificate. Poi sperimenta la ripresa e la rielaborazione di registrazioni con la telecamera.
Nel [[1965]] utilizza il primo modello di telecamera portatile della [[Sony]] per riprendere il traffico caotico nel giorno della visita di [[Papa Paolo VI]] a [[New York]], e per farne un'opera video (Café Gogo, Bleecker Street), mostrata la stessa sera al [[Greenwich Village]]. Inizia a produrre videoinstallazioni con televisori modificati, da opere più minimaliste come ''Moon is the Oldest TV'' (1965) ad opere più monumentali e fantasmagoriche come ''Tadaikson (The More The Better)'', la torre di 1003 monitor realizzata in occasione dei [[Giochi della XXIV Olimpiade|Giochi Olimpici di Seoul]] (1988). L'ultima mostra di Paik è stata ''Moving Time: Tribute to Nam June Paik, presenting 30 International Video Artists'', New York (2006).▼
Dotato di fervida curiosità, realizza innovazioni tecnologiche come il ''video-synthetizer'', elaborato con Shuya Abe nel 1969. La sua "instancabile indole di viaggiatore e sperimentatore" lo conduce a "continui viaggi e collaborazioni" insieme a personalità quali [[Merce Cunningham]], [[Joseph Beuys]] o [[Charlotte Moorman]].<ref name=Bernardelli281/>
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L'ultima mostra di Paik è stata ''Moving Time: Tribute to Nam June Paik, presenting 30 International Video Artists'', New York (2006).
== Onorificenze ==
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|luogo=[[2007]]
}}
== Note ==
{{references|auto}}
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|titolo =Arte contemporanea : le ricerche internazionali dalla fine degli anni '50 a oggi|autore =Francesco Bernardelli|curatore =Francesco Poli|editore =Electa|città =Milano|anno =2003|capitolo =Video art|pp =274-320|ISBN =88-370-3706-6|OCLC =69274493|SBN =IT\ICCU\RAV\1154902|cid =Bernardelli|citazione =Soprattutto il suo spirito sublimemente giocoso e vicino alle filosofie Zen [fa sì che] si dedichi a un'arte elettronica non prigioniera della macchina ma in grado di sapersene servire e distaccare}}
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