Giuseppe Sanmartino: differenze tra le versioni

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→‎Dopo la Cappella Sansevero - Puglie -: Precisazioni sulle statue della Cattedrale di Taranto
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Se cospicua fu la produzione sanmartiniana a Napoli ad acquisita notorietà nella Capitale del regno, non da meno lo fu in Puglia<ref>Elio Catello (2004), p. 25-26.</ref>. Si ritiene che motivo principale di tale predilezione sia da individuarsi, intanto, nel fatto che le province pugliesi erano, nel panorama del Regno, le più ricche; a ciò si aggiunga che, durante il periodo di maggiore attività del Sanmartino, proprio dalla Puglia proveniva gran parte dell'entourage dell'amministrazione del regno: tralasciando Raimondo di Sangro, si considerino l'arcivescovo [[Giuseppe Capecelatro]], cappellano del tesoro di San Gennaro, o l'economista [[Giuseppe Palmieri (economista)|Giuseppe Palmieri]] o, ancora, l'arcivescovo [[Celestino Galiani]] e suo nipote [[Ferdinando Galiani]], a sua volta economista, il giurista [[Niccolò Fraggianni]]. Ulteriore motivo di attrazione è da individuarsi nella presenza, in terra di Puglia, di molti alti prelati napoletani.
 
L'opera del Sanmartino si esprime perciò in molteplici operesculture tra cui otto statue di grandi dimensioni<ref>Elio Catello (2004), pp. 66 e sgg.</ref> per la [[Cattedrale di San Cataldo|cattedrale di Taranto]] nel c.d. ''Cappellone di San Cataldo'': ''San Francesco d'Assisi''<ref group="N">Il Sanmartino sarà particolarmente legato a tale statua tanto da realizzarne una copia simile, salvo lievi modifiche, per la propria tomba nella Chiesa di Sant'Efremo Nuovo a Napoli. Dopo l'incendio che distrusse la chiesa nel 1840 la statua fu trasferita al Museo di San Martino ove è ancora oggi possibile ammirarla.</ref>, ''San Filippo Neri''<ref group="N">Un bozzetto in terracotta di tale statua si trova oggi a Vienna, presso il [[Kunsthistorisches Museum]].</ref>, ''San Domenico'', ''Santa Teresa d'Avila''<ref group="N">Un bozzetto in terracotta di tale statua si trova oggi a Napoli, presso il Museo Nazionale di San Martino.</ref>, ''San Francesco di Paola'', ''Santa Irene'', ''San Giovanni Gualberto''<ref group="N">L'attribuzione dell'opera al Sanmartino è stata confermata dal ritrovamento dell'atto di affidamento dell'opera all'artista, da parte dell'arcivescovo Capecelatro, in cui si sottolineva, anzi, che essa era assegnata 'San'al Giuseppepiù celebre scultore di marmi in oggi sia detto Signor Sanmartino molto rinomato per le sue opere statuarie''.</ref>Elio<ref>Gabriella CatelloMarciano e Domenica Pasculli Ferrara (20041985), pp''Il Cappellone di S. 66Cataldo enella sggCattedrale di Taranto'', Scorpione editore, pp. 158-159.</ref>, ''San Giuseppe''. eseguite nel 1773 su commissione del vescovo monsignor Mastrilli, le statue del Cappellone di San Cataldo costituiscono la maggiore concentrazione di statue del Sanmartino così da poterlo considerare l'insieme più famoso, importante e completo dello scultore napoletano.
 
===La produzione presepiale===