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== Premesse ==
La Napoli-SalernoNapoli–Salerno, linea fondamentale della rete italiana, ha sofferto sin dalla sua costruzione del difficile percorso di valico dei ripidi contrafforti montuosi che esistono tra le due località che sale fino al valico di [[Cava dei Tirreni]], con pendenza media del 30 per mille e impone l'utilizzo di [[locomotiva]] di spinta o di doppia [[trazione ferroviaria|trazione]] per i treni più pesanti.
 
L'elettrificazione della linea risolse solo in parte il problema; l'aumento del traffico dal [[secondo dopoguerra|dopoguerra]] in poi lo ripresentò in maniera ancora più grave in quanto il lungo impegno della tratta di ciascun treno necessario per percorrere la tratta in ascesa e la necessità della fermata a [[Salerno]] e a [[Nocera Inferiore]] per l'aggancio della locomotiva di spinta in coda o della doppia in testa limitava l'esercizio ferroviario nella sua potenzialità. Un'ulteriore evento che rimarcò la necessità di una variante fu l'alluvione del 1954, che interruppe la linea tra Cava de' Tirreni e [[Vietri sul Mare]] e impose per un certo periodo l'instradamento di molti convogli lungo la linea non elettrificata "Nocera – Codola – Mercato San Severino – Salerno", con notevoli disagi e ritardi<ref>{{cita web|url=http://www.lestradeferrate.it/mono18.htm|titolo=LA FERROVIA SALERNO - MERCATO SAN SEVERINO, UN EX RAMO SECCO RIAPERTO AL PUBBLICO|autore=Rosario Serafino ed Enzo De Domenico|editore=www.lestradeferrate.it|data=28 ottobre 2005|accesso=06-05-2011}}</ref>.