Federico Borromeo: differenze tra le versioni

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Nel ritratto manzoniano del cardinale è presente una temperata e solenne purità evangelica. Egli ha una singolare capacità di comprendere ogni passione ed ogni condizione degli uomini. Tutta la grandezza artistica di questo personaggio sta nella penetrazione psicologica e nella potenza di dominio e di conforto che gli sono state conferite dalla trascuranza del fasto, dalla "gioia continua di una speranza ineffabile", dall'"abitudine dei pensieri solenni e benevoli". In lui l'altezza della mente è pari alla nobiltà del cuore. Federigo è il personaggio de ''I Promessi Sposi'' in cui meglio si vede la serenità imperturbabile a cui conduce l'attuazione costante della concezione evangelica della vita. La sua eloquenza è fatta sapiente da una grande pazienza meditativa e la potenza della parola evangelica del cardinale, nel colloquio con [[don Abbondio]], fa dell'anima del curato uno spettacolo religioso.<ref>[[Attilio Momigliano]], ''Alessandro Manzoni, Messina-Milano, Principato, 1948, V ed., p. 214-17</ref>
 
La lunga digressione sulla vita ed il carattere del cardinale (capitoli XXII- XXIII) hanno i tratti dell'[[agiografia]]. L'autore scrive (cap. XXII):" Ci siamo abbattuti in un personaggio, il nome e la memoria del quale, affacciandosi, in qualunque tempo, alla mente, la ricreano con una placida commozione di riverenza". Lo stile si fa raffinato ed alto, il lessico tende al [[sublime]], allo scopo di evidenziare il carattere eccezionale del protagonista (inizi del capitolo XXIII): "il portamento era naturalmente composto, e quasi involontariamente maestoso [...]; l'abitudine de' pensieri solenni e benevoli, la pace interna di una lunga vita, l'amore degli uomini, la gioia continua di una speranza ineffabile...". È anche da notare che proprio nel [[Seicento]], secolo in cui è ambientato il [[romanzo]], il genere agiografico conobbe una particolare fortuna ad opera di alcuni [[gesuiti]] che pubblicarono gli ''[[Acta Sanctorum]]'', collezione di vite di santi.<ref>Presenta analogo carattere agiografico anche la figura del [[Vescovo Myriel]], personaggio "di una benevolenza serena", nel romanzo ''[[I Miserabili]]'' di [[Victor Hugo]] (parte prima, libro primo; XIII):" Era là solo con se stesso, raccolto, tranquillo, adorante, confrontando la serenità del suo cuore con la serenità del cielo, commosso nelle tenebre dagli splendori visibili delle costellazioni e gli splendori invisibili di Dio, con il proprio animo aperto ai pensieri che cadono dall'Ignoto.[...] Egli non studiava Dio; egli se ne abbagliava".</ref>
 
L'attività caritatevole e catechistica del cardinale dimostra che il [[cattolicesimo]] di Manzoni si presenta innanzitutto come messaggio e presenza "sociale" di una [[Chiesa (istituzione)|Chiesa]] impegnata a testimoniare la propria missione e a predicare la [[fede]] con l'intervento diretto in difesa degli oppressi. Lo si vede anche durante la carestia, nella quotidiana attività dei frati [[cappuccini]] nel [[lazzaretto]] durante la [[peste]].