Storia dell'islam nell'Italia medievale: differenze tra le versioni
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Nell'[[880]] o [[881]], [[papa Giovanni VIII]], fautore di una vigorosa politica anti-saracena, revocò la sua concessione del [[Traetto (insediamento musulmano)|Traetto]], ''[[patrimonia|patrimonium]]'' della Chiesa, a [[Docibile I di Gaeta]] e la diede a [[Pandenolfo di Capua]]. Pandenolfo però, forte del nuovo territorio, lanciò attacchi verso Gaeta; per ritorsione, Docibile scatenò contro il territorio papale di [[Fondi]] truppe saracene provenienti da Acropoli, lasciandole stabilire nei pressi di [[Itri]]. Il papa accettò così di restituire Traetto a Docibile. La sigla di questo accordo scatenò un attacco saraceno a Gaeta stessa, in cui molti Gaetani furono uccisi o fatti schiavi. Dopo un accordo di pace, i Saraceni eressero un insediamento fortificato, ''[[ribāṭ]]'', sulla foce del fiume Garigliano nel ''patrimonium traiectum''.
I saraceni da tale campo base, divennero una affliggente spina nel fianco per il Papato, per la [[Terra di San Benedetto]], per [[Gaeta]] e [[Capua]]. Nell'[[883]], i Saraceni del ''ribāṭ'', che facevano terra bruciata nei villaggi e distruggevano le ''cellae'' monastiche, distrussero
Avendo occupato tutte le vie di accesso a Roma, i saraceni assaltavano e taglieggiavano i pellegrini diretti alla città santa.
Il [[papa Giovanni X]] si adoperò per riunire i nobili cristiani in una lega, con l'intento di scacciare i Saraceni dalla loro roccaforte. I primi tentativi fallirono, nel [[903]] e nel [[908]], forse a causa del mancato apporto di importanti feudi come Gaeta e Napoli; intanto con le razzie ed i saccheggi la colonia cresceva.
Il [[marchese]] del Friuli [[Berengario del Friuli|Berengario]], a quel tempo [[Re d'Italia]], inviò delle forze di supporto da [[Spoleto]] e dalle [[Marche]], guidate da [[Alberico I di Spoleto|Alberico I]], [[Duchi di Spoleto|duca di Spoleto e Camerino]]. Anche l'imperatrice [[Bizantini|bizantina]] [[Zoe Carbonopsina|Zoe]] (vedova di [[Leone VI il Saggio|Leone VI]]) si adoperò diplomaticamente e contribuì inviando un forte contingente dalla [[Calabria]] e dalla [[Puglia]] sotto lo ''[[strategos]]'' di [[Bari]] [[Niccolò Picingli]]. Giovanni X in persona
▲La lega cristiana che si formò nel [[915]] era formata dal papa e da principi del Sud Italia, [[longobardi]] e [[bizantini]], come [[Atenolfo II di Benevento]] e suo fratello [[Landolfo I di Benevento|Landolfo I]], [[Guaimario II di Salerno]], [[Gregorio IV di Napoli]] e suo figlio [[Giovanni II di Napoli|Giovanni]], [[Giovanni I di Gaeta]] e suo figlio [[Docibile II di Gaeta|Docibile II]].
▲Il [[marchese]] del Friuli [[Berengario del Friuli|Berengario]], a quel tempo [[Re d'Italia]], inviò delle forze di supporto da [[Spoleto]] e dalle [[Marche]], guidate da [[Alberico I di Spoleto|Alberico I]], [[Duchi di Spoleto|duca di Spoleto e Camerino]]. Anche l'imperatrice [[Bizantini|bizantina]] [[Zoe Carbonopsina|Zoe]] (vedova di [[Leone VI il Saggio|Leone VI]]) si adoperò diplomaticamente e contribuì inviando un forte contingente dalla [[Calabria]] e dalla [[Puglia]] sotto lo ''[[strategos]]'' di [[Bari]] [[Niccolò Picingli]]. Giovanni X in persona guidava le sue truppe provenienti dal Lazio e dalla [[Toscana]].
Le prime azioni di guerra avvennero nel Lazio settentrionale, dove una piccola squadra di saccheggiatori fu intercettata e distrutta. I cristiani ottennero una serie di vittorie come a [[Campo Baccano]], sulla [[Via Cassia]], e presso [[Tivoli]] e [[Vicovaro]]. Dopo queste sconfitte i [[musulmani]] che occupavano [[Narni]] e [[Ciculi]] si ritirarono nella roccaforte principale sul Garigliano, che fu posta sotto assedio nel giugno [[915]].
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