Mosaici bizantini della Sicilia: differenze tra le versioni

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L'arte bizantina, nelle sue forme più auliche, è documentata – oltre che nei mosaici riemersi in [[Hagia Sophia|Santa Sofia]], nelle decorazioni delle chiese periferiche e nelle miniature – nel nucleo più antico di mosaici nelle chiese siciliane: nella parte più antica (cupola e presbiterio) dei mosaici della [[Cappella Palatina (Palermo)|Cappella Palatina]] e in quelli che ammantano la chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio di [[Palermo]]; in quelli che decorano l'abside della cattedrale di [[Cefalù]] (i più classici tra i mosaici siciliani), sui quali vennero più tardi esemplati quelli dell'abside del duomo di [[Monreale]]; infine nelle pareti (quelli del soffitto sono più tardi) della “Sala di Re Ruggero” nel [[Palazzo dei Normanni]], e in quelli che decorano la volta a crociera sul bema nella cattedrale di [[Cefalù]].
 
La decorazione di [[Monreale]] è stata realizzata fra il 1180 e il 1190, anche se iconograficamente appare in gran parte prefigurata dalla decorazione delle navate della Cappella Palatina avviata al tempo di [[Guglielmo I di Sicilia|Guglielmo I]], quando, in connessione con quanto avveniva nell'architettura, per la mediazione della cultura campana, pensieri e modi occidentali incominciarono ad intaccare il tessuto orientale (arabo e bizantino) dell'arte siciliana. È così testimone di un nuovo afflusso di maestranze bizantine in [[Sicilia]] legate al giro della cultura sviluppatasi nell'età tardo-commena[[Comneni|comnena]]. L'agevole confronto tra le analoghe scene di due cicli corrispondenti (quelle, ad esempio, tratte dal Vecchio Testamento), dimostra infatti che dai mosaici della Cappella Palatina a quelli del duomo di Monreale non vi è alcun passaggio; e però è del tutti impossibile postulare, come ha giustamente notato il Kissinger, una continuità nello sviluppo dei modi stilistici.
 
In confronto ai modi ancor aulici e classicheggianti, pur negli accenti narrativi, dei mosaici della navata della Cappella Palatina, alla loro ornamentale staticità, tanto efficacemente secondata dal gioco melodico delle linee, le scene di [[Monreale]] si caratterizzano per un andamento rapido e movimentato, servito dalla continua frammentazione della linea, dal risalto dei colori non più stesi in zone locali statiche e circoscritte; per un inserimento più organico nelle vaste partiture architettoniche, sicché questi ultimi sembrano pensate per accogliere la decorazione musiva ed essere esaltate dalle stesure musive, e la decorazione per esser inserita nell'architettura, e da quest'ultima al massimo valorizzata e resa evidente.