Dialetto: differenze tra le versioni

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=== In Italia ===
{{vedi anche|Lingue parlate in Italia}}
In [[Italia]] il termine dialetto viene utilizzato abitualmente per indicare tutte le [[lingue romanze]] presenti sul territorio ad esclusione dell'[[Lingua italiana|italiano]]. Alcuni idiomi storici ([[Lingue romanze|romanzi]] e nonon romanzi) sono identificati come [[lingue minoritarie]] proprie delle [[Isola linguistica|minoranze linguistiche]] storiche riconosciute dallo Stato, collegate a un'area storica precisa (per esempio [[Lingua friulana|friulano]], [[lingua sarda|sardo]], [[lingua catalana|catalano]] e varie altre) dove godrebbero del pieno diritto all'insegnamento (finanziato dallo Stato) e all'uso nella comunicazione pubblica, potendo inoltre raggiungere con l'emanazione di apposite norme lo stato di sostanziale coufficialità con l'italiano nell'area amministrativa di pertinenza<ref>Legge n. 482 del 15 dicembre 1999 e regolamento attuativo DPR n. 345 del 2 maggio 2001</ref>. Queste lingue minoritarie in genere non vengono mai chiamate ''dialetti'', se non per ragioni ideologiche o come residuo di vecchie consuetudini, e la stessa legislazione (statale e regionale) per identificare sottovarianti interne a queste "lingue" preferisce sempre il termine "variante" (e suoi corrispettivi nelle lingue in questione) a scapito del termine "dialetto".
 
Ovviamente tale distinzione fatta tra lingue minoritarie e i restanti dialetti non si basa, se non solo in parte, su criteri linguistici quanto piuttosto su riconoscimenti di carattere storico-politico: sia le lingue minoritarie sia la gran parte dei dialetti d'Italia sono idiomi tra loro linguisticamente indipendenti e spesso non intercomprensibili, e non sono varianti dell'[[lingua italiana|italiano]] benché in varie situazioni abbiano con esso particolari rapporti di convivenza e di identificazione (si veda, sotto, ''Diglossia'').