Vedutismo: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Canaletto (Giovanni Antonio Canal), Il Campo di Rialto.jpg|thumb|Il [[Campo di Rialto]], [[Canaletto]]]]
Il vedutismo'''Vedutismo''' è un genere pittorico nato nel Settecento che si occupa di paesaggi o di città riprese dal vero. Questa corrente si sviluppa soprattutto a [[Venezia]] grazie alla suggestività della città.
 
== Storia ==
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# preferisce riprodurre oggettivamente la realtà ed è quindi più direttamente influenzato dalle teorie illuministe.
 
Al secondo fiatonefilone appartengono la maggior parte dei pittori, molto spesso però i pittori passano da uno all'altro filone (lo stesso [[Canaletto|Antonio Canal]] ne è un esempio). Il precursore del vedutismo più oggettivo è l'olandese [[Gaspar Van Wittel]] che opera soprattutto a Roma ma che durante un soggiorno a Venezia, durante il quale aveva fatto dei disegni della città, poi trasformati in dipinti, inaugura e dà l'idea di una rappresentazione dell'atmosfera suggestiva di alcuni scorci veneziani (individua quindi per primo gli scorci che poi il Canaletto renderà famosi).
 
Può sembrare strano sentir parlare di una corrente vedutista nel '700 quando in realtà vedute naturali e cittadine sono assai presenti nella storia dell'Arte (esempio: rinascimento [[Jacopo Bellini|Bellini]] e [[Mantegna]]). La differenza con il Vedutismo è che i paesaggi sono solo lo sfondo dell'azione umana e sono finalizzati ad essa, ossia la natura non è protagonista ed a sé stante, tanto che a volte viene creata appositamente dall'artista di modo da adattarsi all'uomo (vedi Mantegna Orazione nell'orto). Anche gli elementi naturali e architettonici non hanno valore reale ma un significato ideale che risulta essere sempre collegato all'uomo. Con il Vedutismo invece per la prima volta il paesaggio viene rappresentato in maniera oggettiva e “scientifica”. Quest'ultima parola risulta essere significativa e aiuta a comprendere come l'arte vedutista (del secondo tipo) si ricolleghi all'ideologia illuminista che si andava diffondendo proprio in quel periodo, secondo cui l'approccio con la realtà circostante deve essere di tipo scientifico e oggettivo e il reale compreso con i “lumi” della ragione.