Giudicato di Arborea: differenze tra le versioni

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A Mariano IV succedette il figlio Ugone III, ormai quarantenne e vedovo, con una giovane figlia da allevare. La promise in moglie al figlio di [[Carlo I d'Angiò]], nell'ambito di un'alleanza anti aragonese di cui si ha testimonianza in un memoriale d'ambasciata redatto in latino dal notaio Raimondo Mauranni. Il figlio, Luigi d'Angiò, diventerà feudatario e visconte de Baux.<ref>Carta Raspi, ''Ugone III d'Arborea'', p. 25</ref>
 
Il sovrano oristanese fin dall'inizio si alienò importanti personaggi e ufficiali di corte, tra cui Giovanni de Ligia ed il figlio Valore. Fu accusato di crudeltà e tirannia e, da una cronaca francese, di rozzezza ed ignoranza. La sua figura è stata rivalutata dal fatto che si è saputo che sapeva leggere e scrivere, conosceva le comuni lingue straniere ed il complicato linguaggio diplomatico. Le sue imprese militari non furono tuttavia rilevanti e all'altezza di quelle paterne.<ref>Carta Raspi, ''Ugone III d'Arborea'', p. 123</ref> Castel di Castro ed Alghero rimasero inespugnati mentre, sul piano diplomatico ottenne un gran risultato facendo sposare la sorella Eleonora con Brancaleone Doria, figlio legittimato del grande Branca Doria. Forse a causa del suo governo dispotico e rude il 3 marzo [[1383]] il popolo si sollevò, lo pugnalò insieme alla figlia e lo buttò con la lingua mozzata dentro un pozzo. [[Raimondo Carta Raspi]]<ref>In ''Storia della Sardegna'', Milano, Mursia, 1974</ref> ha mosso dubbi sulla natura totalmente autonoma della rivolta, ipotizzando ingerenze della Corona di SardegnaAragona che avrebbe mosso la mano degli assassini e di influenti personaggi di corte; a riprova di ciò è stato evidenziato il fatto che i principali autori dell'aggressione fuggirono in Aragona per evitare l'arresto.<ref>Cuccu, p. 158</ref>
 
==== Eleonora d'Arborea ====