Benedetto Luti: differenze tra le versioni

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Autore spesso di pastelli o di opere di piccolo formato, Luti si cimentò solo in pochi casi in imprese di ampio respiro: basti citare la decorazione, con l'[[apoteosi]] di [[Martino V]], della sala del Trono di [[Palazzo Colonna]], la tela con ''[[San Carlo Borromeo]] e gli appestati'' della galleria di [[Schlessheim]] e la ''Vestizione di [[San Ranieri]]'' per il Duomo di [[Pisa]] ([[1712]]). Una delle sue opere migliori è la tela ovale con il ''Profeta [[Isaia]]'' ([[1718]]) nella navata della Basilica di [[San Giovanni in Laterano]], appartenente al ciclo di lavori promossi da [[papa Clemente XI]]. Nella chiesa del Crocifisso di [[Pontedera]] è presente una sua tela con ''La madonna del rosario''.
 
Fu insegnante di disegno e nudo nell'[[Académie de France à Rome|Accademia di Francia]] di [[Palazzo Mancini]]. Tra gli allievi della sua celebrata scuola di disegno vanno ricordati alcuni artisti di primo piano come [[Giovanni Paolo Pannini]], [[Jean-Baptiste van Loo]], [[Giovanni Antonio Grecolini]] e [[Charles-André van Loo]]. Fu anche membro dell'[[Accademia di San Luca]] che diresse nel [[1720]].
 
Benedetto Luti, divenuto con il tempo molto apprezzato anche all'estero, dipinse « molti anni per la Francia, per l'Inghilterra, e per la Germania » come afferma lo storico perugino [[Lione Pascoli]] nel suo ''Vite de' pittori, scultori, ed architetti moderni''.