Paolo Milano: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
 
È maggiormente conosciuto per essere stato il critico letterario del settimanale ''[[L’Espresso]]'' dalla fine degli anni cinquanta a metà degli anni Ottanta del Novecento. È stato critico letterario de ''[[L’Italia letteraria]]'' dal 1929, e dal 1932 al 1938 caporedattore della rivista ''Scenario'', diretta da [[Silvio d’Amico]]. [[Ebraismo in Italia|Ebreo]], in seguito alle [[leggi razziali fasciste]] del 1938 emigrò dapprima a Parigi, quindi, nel 1940, negli Stati Uniti. Insieme alla moglie Rachel e al figlio André visse per quindici anni a New York, dove insegnò storia del teatro alla [[New School for Social Research]], quindi lingue romanze e letteratura comparata al [[Queens College]], collaborando in inglese a vari giornali e periodici. Negli anni cinquanta, insieme agli amici [[Nicola Chiaromonte]], [[Dwight Macdonald]], [[Niccolò Tucci]], [[Mary McCarthy]] difese il dialogo tra intellettuali americani ed europei, al di fuori degli schieramenti imposti dalla guerra fredda. Nel 1957 rientrò in Italia e dal 1958 fino a metà degli anni Ottanta è stato critico letterario del settimanale ''[[L’Espresso]]''.
Nel 1991 Adelphi ha pubblicato ''[[Note in margine a una vita assente]]'', un'antologia dai diari degli anni 1947-1955, preparata dallo stesso Milano per un'eventuale pubblicazione, dedicata a [[Eugenio Colorni]] ed [[Enzo Sereni]].