Il Politecnico (1945): differenze tra le versioni

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La redazione de Il Politecnico era composta da [[Franco Calamandrei]], [[Franco Fortini]], [[Vito Pandolfi]] e, per qualche mese da [[Stefano Terra]]. La grafica e l'impostazione erano di [[Lica Steiner|Lica]] e [[Albe Steiner]].
 
Con il n. 29 del 1º maggio [[1946]] la rivista si trasformava, da settimanale in "Mensile di cultura contemporanea" a causa della insostenibilità economica di una un'alta periodicità, con [[Giuseppe Trevisani]] come segretario di redazione e la rivista riorientò, come già aveva preannunciato nell'editoriale autocritico apparso nell'ultimo numero del settimanale (28, 6 aprile [[1946]]), la sua complessiva impostazione.<br />
Nel numero citato infatti si prendevano le distanze dal grande zelo enciclopedico e informativo dei numeri precedenti, "abbiamo compilato, abbiamo tradotto, abbiamo esposto, abbiamo informato, abbiamo anche polemizzato, ma abbiamo detto ben poco di nuovo" e si proponeva per il futuro di "creare e formare pur divulgando".<br />
Vennero accolti collaboratori fissi, come [[Giulio Preti]] e [[Franco Fortini]], ma anche intellettuali che non sempre si riconoscevano come "''compagni di strada''" del [[Partito Comunista Italiano|PCI]], come [[Alfonso Gatto]], [[Carlo Bo]], [[Nelo Risi]].<br />
Le pubblicazioni terminarono nel dicembre del [[1947]].