Paradiso - Canto sesto: differenze tra le versioni

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===[[Giustiniano]] - versi 1-27===
L'imperatore [[Giustiniano]] parla di sé e di come l'aquila imperiale sia giunta nelle sue mani dopo più di duecento anni da quando [[Costantino I|Costantino]] aveva trasferito la capitale da [[Roma]] a [[Bisanzio]].
L'anima ricorda quali sono gli eventi che hanno più profondamente marcato la sua vita terrena: egli riordinò e arricchì le leggi romane nel [[Corpus Iuris Civilis]], si convertì al [[Cristianesimo]], grazieabbandonando all'eresia [[Monofisismo|monofisita]], per merito di papa Agapito (pontefice tra il 533 e il 536) e rese possibile l'espansione del proprio regno grazie all'opera del suo abile generale [[Belisario]].
 
===Storia e funzione dell'Impero - vv. 28-96===
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===La critica ai [[Guelfi e Ghibellini]] vv. 97-111===
<blockquote> ''''«''L'uno al pubblico segno i gigli gialli''</blockquote><blockquote>''oppone, e l'altro appropria quello a parte,''</blockquote><blockquote>''sì ch'è forte a veder chi più si falli»''</blockquote>
A tal punto Dante ha potuto comprendere bene quanto l'aquila imperiale sia sacra e perciò, secondo lo spirito, non gli sarà difficile capire come siano prive di senso le lotte tra i [[Guelfi]] e i [[Ghibellini]]: i primi, sostenitori del [[papa]], vogliono sostituire al "''segno''" i "''gigli gialli''" emblema della [[Francia]] e degli [[Angioini]], mentre i secondi vogliono "rubare" le insegne imperiali e ridurre quel simbolo universale al misero marchio di una fazione politica.
 
A tal punto Dante ha potuto comprendere bene quanto lquant'aquila imperiale sia sacra e perciò, secondo lo spirito, non gli sarà difficile capire come siano prive di senso le lotte tra i [[Guelfi]] e i [[Ghibellini]]: i primi, sostenitori del [[papa]], vogliono sostituire al "''segno''" i "''gigli gialli''" emblema della [[Francia]] e degli [[Angioini]], mentre i secondi vogliono "rubare" le insegne imperiali e ridurre quel simbolo universale al misero marchio di una fazione politica.
 
===[[Le anime di Mercurio]] - vv. 112-126===
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===[[Romeo di Villanova]] - vv. 127-142===
[[Giustiniano]] presenta a Dante [[Romeo di Villanova]]. Egli era un umile pellegrino che divenne fidato consigliere del [[conte di Provenza]] [[Raimondo Berengario IV di Provenza|Raimondo Berengario IV]]. A causa di alcune false ed infamanti calunnie, però, Romeo se ne dovette andare dalla corte e decise di vivere poveramente la sua vecchiaia per un tradimento che in realtà non aveva mai commesso: ″Se le persone sapessero quanta dignità egli dimostrò con tale gesto, lo loderebbero ancora di più di quanto già non facciano″, conclude lo spirito di [[Giustiniano]].
 
Molto probabilmente, come accade di frequente in Dante, trattasi di una leggenda. Il nome di Romeo, ''exul immeritus'' così come Dante stesso si definiva, deriverebbe etimologicamente da "''Romam eo''" letteralmente "vado a Roma", da cui si ricaverebbe la leggenda sopracitata.
 
==Analisi del canto==