Fibrosi: differenze tra le versioni
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{{F|patologia|arg2=malattie|aprile 2012}}
La
==Descrizione==
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# rimodellamento: maturazione e organizzazione del tessuto fibroso.
Come molti altri fenomeni biologici, anche il processo riparativo può essere modulato in relazione alla gravità/estensione del danno;
Due distinti fenomeni partecipano al processo di guarigione: la rigenerazione e la reintegrazione connettivale. La prima può essere intesa come il ripristino delle cellule funzionali del tessuto danneggiato (attraverso la loro proliferazione). La seconda consiste invece nella sostituzione delle cellule funzionali danneggiate con tessuto connettivo. Quindi il grado di recupero funzionale (''restitutio ad integrum'') del tessuto dipende dal rapporto rigenerazione/reintegrazione connettivale che, a sua volta, dipende dall'entità del danno e dal potenziale rigenerativo delle cellule danneggiate.
Comunque, in linea generale, danni molto estesi con perdita dell'architettura delle stroma di sostegno non possono essere riparati solo per rigenerazione neanche nei tessuti costituiti da cellule con elevato potenziale rigenerativo. Ne consegue che il processo riparativo si accompagna quasi sempre
==La riparazione delle ferite dermo-epidermiche==
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* entro pochi minuti, il ristretto spazio presente tra i margini della ferita si riempie di sangue coagulato contenente [[fibrina]] e [[fibronectina]]. La parte più superficiale del coagulo va incontro a disidratazione formando la ben nota crosta (escara) che previene l'eccessiva disidratazione e possibile infezione microbica della ferita. Più profondamente, la trama di fibrina e fibronectina agisce da collante per mantenere ravvicinati i margini della ferita e serve da traccia per la migrazione delle cellule infiltranti.
* Entro poche ore si osserva l'attivazione dei cheratinociti sopravvissuti ai bordi della ferita. Tali cellule si muovono sulla trama di fibrina/fibronectina alla velocità di 0,5 mm al giorno. Inoltre, le cellule al fronte di migrazione assumono capacità fagocitaria, riuscendo così a farsi strada sotto l'escara. La sola migrazione dei cheratinociti può assicurare la copertura di ferite estremamente limitate mentre, nella maggior parte dei casi, la completa rigenerazione della cute richiede anche la proliferazione dei cheratinociti stessi.
* Entro 24-48 ore la rigenerazione epiteliale è completa, avendo prodotto un sottile strato cellulare non cheratinizzato che va a rimarginare i lembi della ferita. Contemporaneamente il coagulo sottostante viene invaso da leucociti (prima
* A partire dal terzo giorno
* Entro una settimana i fibroblasti raggiungono il loro picco proliferativo e cominciano a depositare diversi tipi di proteoglicani e fibre di collagene di tipo I. L'attivazione e la migrazione dei fibroblasti è data dal fattore TGFβ (Transforming Grow Factor Beta) e dal PDGF (platelet-derived growth factor), anche se in misura minore.
* A partire dalla seconda settimana, parallelamente alla completa maturazione dell'epidermide e della sottostante membrana basale, si osserva la regressione della rete vascolare e la progressiva scomparsa dell'infiltrato leucocitario e fibroblastico. La perdita della componente cellulare, che col progredire del processo di guarigione esaurisce il suo compito e quindi la sua ragione d'essere, avviene principalmente per apoptosi. Continua infine la deposizione di collagene di tipo I che gradualmente sostituisce il collagene di tipo III fino a ristabilire il normale rapporto quantitativo 5 a 1 tra le due componenti collageniche.
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A volte alcuni tra i diversi processi che caratterizzano la riparazione di una ferita dermo-epidermica non vengono adeguatamente controllati, dando origine a guarigioni abnormi; la cicatrice che ne consegue può quindi svilupparsi come una cresta elevata rispetto al piano della cute (cicatrice ipertrofica) che nei casi più gravi può evolvere nei cosiddetti [[cheloidi]] o cicatrici deturpanti che invadono il tessuto circostante la ferita.
Tra le varie situazioni che interferiscono con il processo riparativo, quella sicuramente più frequente è la presenza di una significativa perdita di tessuto e/o necrosi indotta da infezioni secondarie. Queste condizioni rappresentano ostacoli che si frappongono alla chiusura della ferita: in tal caso la guarigione avverrà per "seconda intenzione". La maggior quantità di coagulo, i detriti necrotici ed eventuali batteri da eliminare intensificano il fenomeno infiammatorio che, a sua volta, amplifica il processo di neovascolarizzazione, prolungando significativamente le fasi iniziali della guarigione. I processi di guarigione per prima o per seconda intenzione sono mediati dagli stessi meccanismi, con differenze però significative per quanto riguarda la loro intensità e durata. Ciò che invece distingue nettamente i due tipi di guarigione è il fenomeno della contrazione della ferita, che si manifesta solo nelle grandi ferite cutanee che guariscono per seconda intenzione. La contrazione della ferita avviene principalmente
== Voci correlate ==
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