Le piante di Roma: differenze tra le versioni

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== Storia ==
La pubblicazione, allora promossa dall'Ente Esposizione Universale ([[E.U.R.]]), dal Comune di Roma e dall'[[Istituto Poligrafico dello Stato]], doveva essere pubblicata nel 1942, in occasione della ''Esposizione del Ventennale'' che poi non ebbe luogo. La curatela era stata affidata a [[Luigi De Gregori]], bibliotecario e studioso, che doveva raccogliere la documentazione e stendere le note esplicative delle piante, con relativa bibliografia. Ripreso dopo la guerra, il progetto fu portato a termine dall'archeologo e storico valdostano Amato Pietro Frutaz (Torgnon, 190 –19801900–1980) che duplicò il numero delle piante di Roma prese in considerazione, valendosi dell'aiuto degli studiosi e bibliotecari [[Giorgio De Gregori]] e [[Niccolò Del Re]].
 
== Descrizione ==
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* Volume 2: ''Tavole: Dal secolo 3. d.C. all'anno 1625'', 322 c. di tav., ill.
* Volume 3: ''Tavole: Dall'anno 1630 all'anno 1962'', 323-684 c. di tav, ill.
[[File:Giovanni Battista Nolli-Nuova Pianta di Roma (1748) 02-12 Ripetta.jpg|thumb|[[Giovanni Battista Nolli]], ''Nuova Pianta di Roma'' (1748) Ripetta]]
 
Varia è la tipologia del supporto delle piante di Romaː da quella marmorea della [[Forma Urbis Severiana]] del III secolo (unico documento topografico di Roma antica conservato in originale, in 993 frammenti, Pianta I), a quella dipinta su tavola da [[Pieter Bruegel il Vecchio]] c. 1551 che riproduce scene del [[Sacco di Roma]] (Pianta XCIX), al ''Gran Prospetto dell'alma città di Roma'', disegnato e inciso su carta nel 1765 da [[Giuseppe Vasi]] (Pianta CLXXI). L'ultima, in ordine di tempo, è la pianta di Roma di [[Istituto Geografico Visceglia|Enzo Visceglia]], con le ripartizioni urbane e periferiche stabilite il 13 settembre 1961 (Pianta CCXLV).