Otone: differenze tra le versioni

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==== I primi mesi (gennaio-febbraio) ====
Il popolo iniziò a chiamarlo con il soprannome "Nerone", in virtù dell'antica amicizia con il vecchio imperatore; Otone cercò quindi di risollevare l'immagine dell'ultimo [[Dinastia giulio-claudia|giulio-claudio]]: fece nuovamente installare statue di Nerone e di sua moglie Poppea,<ref>{{cita|Wellesley 2002|p. 60}}.</ref> vennero richiamati a servizio i suoi [[liberto|liberti]] e la sua servitù e, con lo stanziamento di 50 milioni di sesterzi, fu annunciata l'intenzione di completare la [[Domus Aurea]].<ref name="SvOt7">{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VII}}.</ref><ref group="N">{{cita|Roche 2008|p. 113}}, rileva che anche l'iconografia di Otone tendeva a ricalcare quella di Nerone, specialmente sulle monete, dove era raffigurato con i capelli riccioli, similmente a Nerone.</ref> Questa azione aveva principalmente lo scopo di creare nuovi posti di lavoro e di ingraziarsi la plebe, favorevole a Nerone, che era messa in agitazione dalla scarsità delle riserve di grano, accentuata dalla presenza in città di alcune decine di migliaia di soldati, e, più avanti, dall'esondazione del Tevere che fu seguita dal crollo del [[ponte Sublicio]] e da vari allagamenti.<ref>{{cita|Roche 2008|pp. 111-113}}.</ref><ref group="N">{{cita|Shotter 1996|p. 384}}, rileva che per rassicurare la popolazione sulle scorte di grano l'imperatore fece coniare delle monete recanti la scritta CERES AVG, con riferimento alla [[Cerere|dea delle messi]]. Sempre allo scopo di piacereessere gradito al popolo, Otone si faceva vedere ai teatri, ma secondo Tacito tutto questo era falso ed esagerato ({{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 90}}; cfr. {{cita|Roche 2008|p. 117}}).</ref> Agendo in questo modo, però, Otone si rese ostile al Senato, che si era chiaramente opposto a Nerone e presso il quale la sua posizione era invisa, data la violenta presa del potere.<ref>{{cita|Roche 2008|p. 114}}.</ref> Tuttavia i timori dei più sobri e rispettabili cittadini furono dissipati dalle dichiarazioni di Otone sulle sue intenzioni di governare con giustizia e dal suo clemente giudizio nei riguardi di [[Aulo Mario Celso]], [[console (storia romana)|console]] designato e devoto seguace di Galba.<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 51-71}}.</ref>
 
Otone, nei giorni che seguirono il bagno di sangue avvenuto nel Foro, apparve sconvolto dall'accaduto, riusciva a malapena a dormire<ref name="Dio64.7.2">{{cita|Cassio Dione|LXIV, 7.2}}.</ref> e si pentiva di aver ucciso Galba, rincuorandosi però ricordando che così aveva posto fine a una guerra civile.<ref>{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VII}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 71}}.</ref> Otone iniziò a governare con giudizio, cercando intanto di guadagnare anche il favore di parte del Senato assegnando a vari membri cariche sacerdotali,<ref>{{cita|Roche 2008|pp. 118-120}}.</ref> ma la sua politica venne interrotta dopo pochi giorni da una notizia dalla [[Germania (provincia romana)|Germania]]: le [[Legione romana|legioni]] del [[Reno]] avevano elevato a imperatore il loro [[Duce (storia romana)|generale]], [[Vitellio|Aulo Vitellio]].<ref>{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VIII}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 50}}; {{cita|Bunson 2009|p. 85}}; {{cita|Sampoli 2003|p. 245}}.</ref> Il Senato inviò allora una delegazione a nord per informare Vitellio che era già stato eletto un imperatore e quindi di calmare le sue truppe;<ref name="SvOt8">{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VIII}}.</ref> Otone, invece, per mezzo di un suo messo personale chiese a Vitellio di affiancarlo nel governo dell'[[Impero romano|Impero]] e di diventare suo genero.<ref name="SvOt8" />