Battaglia di Licosa: differenze tra le versioni

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Nonostante l'esito favorevole alla coalizione anti-saracena, gli effetti sortiti dalle campagne militari furono effimeri: infatti, già nell'851, appena cinque anni dopo, si registrava in [[Campania]] una ripresa e una recrudescenza delle azioni di pirateria, favorite dalle tradizionali e mai sopite rivalità che opponevano i soggetti politici dell'[[Italia meridionale]] e della [[Langobardia Minor]]. Queste divisioni storiche, nella migliore delle ipotesi, impedivano l'unità di intenti necessaria per combattere il fenomeno piratesco.
 
Va tenuto presente che la responsabilità della minaccia saracena ricadeva in parte sugli stessi che la combattevano. Quella congerie di Stati, incluso il [[Ducato di Napoli]], in cui era frammentata l'Italia meridionale, aveva favorito l'insediamento costiero dei Saraceni negli [[anni 830|anni trenta]] del [[IX secolo|secolo]] al fine di servirsene come strumento per combattersi reciprocamente, assoldandoli di volta in volta come [[mercenari]]. La pirateria sorse allorquando quegli stessi mercenari si diedero a razzie decise in autonomia, approfittando dello scacco imposto ai Bizantini dopo le sconfitte inferte in [[Sicilia]] nell'[[845]]<ref name="Amari364">[[Michele Amari]], ''Storia dei Musulmani di Sicilia'', [[Le Monnier]], 1854, Vol. I, p. 364</ref>, nell'ambito della [[Guerre arabo-bizantine (780-1180)|belligeranza arabo-bizantina]].
 
===Razzia saracena di Roma===