Vittorio Cottafavi: differenze tra le versioni

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La famiglia si stabilì quindi a Roma nel 1921, dove il futuro regista avrebbe vissuto per il resto della vita, mantenendo tuttavia fino all'ultimo un forte legame con la città d'origine dei propri antenati: a [[Correggio (Italia)|Correggio]], infatti, il regista aveva ereditato delle proprietà e periodicamente vi soggiornava; negli anni sessanta e settanta fu collaboratore o oggetto di iniziative culturali della biblioteca comunale, alla quale donò vario materiale che – con quello poi conferito dal figlio Francesco alla morte del regista – è andato a costituire il ricco e prezioso [http://biblioteche.provincia.re.it/Sezione.jsp?titolo=Vittorio+Cottafavi&idSezione=37 "Centro di documentazione Vittorio Cottafavi"] (migliaia di “pezzi” fra scritti autografi, articoli, recensioni, libri, suoi film e lavori televisivi – in pellicola, vhs o DVD – locandine originali e fotografie).
 
Nella Capitale, dopo il liceo il giovane Cottafavi frequentò per un periodo la facoltà di [[giurisprudenza]] dell'[[Sapienza - Università di Roma|Università di Roma]], seguendo tuttavia anche i corsi di [[filosofia]] e [[letteratura]]; ma, in seguito ad alcune esperienze in campo cinematografico,. Nel [[1935]] si iscrisse infine al neonato [[Centro Sperimentale di Cinematografia]] dove, nel [[1938]], prese il diploma in [[Regia cinematografica|regia]]. Fu infatti nel [[1936]] assistente volontario di [[Jean Epstein]] per ''[[Cuor di vagabondo]]'' e iniziò il suo intenso tirocinio di assistente alla regia con [[Mario Bonnard]] in ''[[Jeanne Doré]]'' del [[1938]], con [[Camillo Mastrocinque]] in ''[[Inventiamo l'amore]]'' del 1938, con [[Goffredo Alessandrini]] in ''[[Abuna Messias]]'' del [[1939]] e ''[[Nozze di sangue (film)|Nozze di sangue]]'' del [[1941]], con [[Carlo Campogalliani]] ne ''[[Il cavaliere di Kruja]]'' del [[1940]], con [[Gianni Franciolini]] in ''[[Giorni felici (film 1942)|Giorni felici]]'' del [[1942]], con [[Aldo Vergano]] in ''[[Quelli della montagna]]'' del [[1942]], con [[Vittorio De Sica]] ne ''[[I bambini ci guardano]]'' del [[1943]].
 
=== Carriera di regista ===
[[File:VittorioCottafavi1.jpg|thumb|upright=1.3|Vittorio Cottafavi nel 1996]]
Il suo esordio come regista avvenne nel [[1943]] con il film ''[[I nostri sogni]]'', tratto da unadalla [[I nostri sogni (Ugo Betti)|commedia]] omonima]] di [[Ugo Betti]]. Il film, che fu accolto favorevolmente da [[critica cinematografica|critica]] e pubblico, apparve subito opera di un serio professionista grazie all'ottima composizione dell'[[inquadratura]] e alla scioltezza della narrazione.
 
Nel dopoguerra Cottafavi faticò a inserirsi nel movimento Neorealismo (cinema)|neorealista. Collaborò con Vittorio De Sica per ''[[La porta del cielo]]'' (1945) e con Vergano per ''[[Il sole sorge ancora]]'' (1946). Solo nel 1949 riuscì a realizzare ''[[La fiamma che non si spegne]]'', un film su [[Salvo D'Acquisto]], con intenti celebrativi nei confronti dell'[[Arma dei Carabinieri]]; il film fu accolto con ostilità dalla critica che intravide segnali di simpatia verso il [[fascismo]]<ref>Stefano Francia Di Celle, ''Enciclopedia del Cinema'', 2003</ref>.
 
Nel dopoguerra diresse alcuni film di successo e sul finire degli [[anni 1950|anni cinquanta]] approdò al genere storico-mitologico, noto anche come [[filmografia del Peplum all'italiana|film ''peplum'' all'italiana]] (''[[Messalina, Venere imperatrice]]'', del [[1959]], ''[[La vendetta di Ercole]]'' del [[1960]], ecc.).