Sassoni: differenze tra le versioni

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==== Le guerre con i Carolingi ====
A partire dal 772 d.C. Carlo Magno reagì alle incursioni sassoni distruggendo il santuario di [[Irminsul]] e abbattendo l'albero che, secondo la credenza sassone, sosteneva la volta del cielo. I Sassoni, come risposta, distrussero il monastero di [[Fritzlar]] e saccheggiarono il centro episcopale di [[Büraburg]]. [[Carlomagno]] dichiara la "guerra totale" contro i Sassoni nel 776. Da questo momento ci furono grandi scontri tra le due parti; nel 778782, dopo un episodio particolarmente violento da parte di [[Vitichindo]] e dei suoi guerrieri, [[Carlo Magno]] fa decapitare a [[Verden]] migliaia di sassoni (si stimano circa 4500 vittime) e fa deportare interi clan verso la [[Neustria]] e l'[[Aquitania]]. Organizza anche una sorta di "terrorismo" (tra il 785 e il 790) contro la resistenza alle conversioni. La politica di [[Carlo Magno]] però è un fallimento, così dopo l'ennesima ribellione egli cambia strategia: per cercare di integrare politicamente i Sassoni nel suo regno cerca il sostegno dei loro capi attraverso la loro [[conversione religiosa|conversione]]. Celebre è la conversione di [[Vitichindo]], capo sassone, seguita dal suo battesimo nel palazzo reale d'[[Attigny]]<ref>da "L'Europe carolingienne" di Geneviève Bührer-Thierry, edizioni Armand Colin</ref>.
 
Infine, verso l'802-803 [[Carlo Magno]] accettò di mettere per iscritto le leggi dei Sassoni, e ciò permise a questo popolo di essere giudicato secondo le proprie leggi all'interno del regno dei [[Franchi]], fatto che segna la loro definitiva integrazione.