Restauro della Pietà di Michelangelo: differenze tra le versioni

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Dal calco in gesso dell'intera scultura fu ricavato il negativo dell'occhio sinistro, in gomma al [[silicone]]. Fu poi ricavato il calco in silicone dell'occhio danneggiato. La comparazione fra i due risultati in negativo permise di calcolare l'esatta forma delle parti mancanti, da realizzare. Per fortuna era stato identificato il frammento originale che restituiva al volto della Vergine la primitiva espressione.
 
Il martello sacrilego aveva lasciato sull'occhio uno sbaffo di vernice oleosa blu. Cesare Brandi così descrisse il problema e la sua soluzione: «''Sotto la palpebra una macchia nera insidiosissima. Questa macchia era una sostanza oleosa, che aderiva al martello sacrilego, appena comprato dal pazzo. Si sarebbe potuto grattarla delicatamente e poi asportare il residuo con un solvente. Ma c'era sempre il pericolo che rimanesse un'ombra e in quel punto, un'ombra quasi circolare, oltre tutto, sarebbe stata come una pupilla d'un occhio bieco. Hanno avuto la felice idea di compiere uno "strappo": ho visto i nastri adesivi, e senza danno alcuno per la patina sottostante, la macchia è stata asportata.»''<ref>Cesare Brandi, ''Visita alla "Pietà" sotto cura'', in "[[Corriere della Sera]]", 7 dicembre 1972.</ref>
 
==== Naso, velo, avambraccio, dita ====