Restauro della Pietà di Michelangelo: differenze tra le versioni

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=== Riportare l'opera alla primitiva purezza? ===
«La scultura sta davanti ai nostri occhi come un gioiello: pura, levigata, lucente» - ha scritto [[Antonio Paolucci]] nel 2014.<ref>{{Cita| Devreux|p. 7.}}</ref> «Ammiriamo lo splendore degli incarnati, il prodigio dei panneggi trattati con infinita perizia e pensiamo, anche noi come l'autore delle ''[[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|Vite]]''<ref>[[Giorgio Vasari]], ''[[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|Le vite dei più eccellenti pittori scultori e architetti]]''.</ref>, che oltre, nell'arte dello scolpire, è impossibile andare.»
[[File:Pietà vaticana dopo il vandalismo, 1972.jpg|thumb|Vandalismo sulla ''Pietà vaticana'' di Michelangelo nel 1972]]
Riparare le lesioni subite e restituire all'opera il miracolo del primitivo splendore formale era soltanto una delle opzioni. Alcuni avrebbero preferito che la ''Pietà'' non fosse affatto restaurata, bensì lasciata con i segni delle martellate cieche che l'avevano deturpata: in tempi tanto violenti, sarebbe diventata così un simbolo di vittima innocente. Altri avrebbero invece desiderato un restauro "critico" che lasciasse in evidenza le mancanze e le integrazioni. Prevalse la prima ipotesiː il restauro integrativo e completo. Redig de Campos disse allora: «La ''Pietà'' trae la sua forza espressiva in gran parte dalla purezza del marmo. E' una statua così meravigliosamente rifinita che un semplice graffio sul viso disturba più della mancanza delle braccia della [[Venere di Milo]].»<ref>{{Cita| Devreux|p. 87-88.}}</ref>