Chitarra resofonica: differenze tra le versioni

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Grazie all'utilizzo dei coni risuonatori i fratelli Dopyera commercializzarono sotto il marchio [[National Guitars]] (che iniziò presto a produrre solo strumenti con resonator), oltre alle chitarre resofoniche, anche altri strumenti, come [[mandolino|mandolini]], [[ukulele]] e le cosiddette [[chitarra|chitarre]] ''tenor'' o ''plectrum'', sorta di incrocio tra il [[banjo]] e la chitarra resofonica.
 
Quando l'utilizzo di amplificatori elettrici divenne comune e quindi vennero risolti i problemi di volume, la chitarra resofonica continuò a vivere (e vive tuttora) grazie soprattutto ad una specificità secondaria dello strumento, cioè a dire la summenzionata timbrica metallica. Questa peculiarità, caratteristica del [[delta blues]] e della musica [[hawaii]]ana allora di moda, è oggi uno standard per molti generi musicali quali il [[musica country|country]], il [[blues]], il [[bluegrass]] e tutta la musica tradizionale americana.
 
Specifico di questa tradizione (in particolare per quel che riguarda le chitarre resofoniche) è l'utilizzo del tipico ''[[bottleneck (strumento)|bottleneck]]'', un vero collo di bottiglia segato (o, più comunemente un cilindro cavo in vetro, metallo o ceramica) che produce variazioni "graduali" delle note (tecnica appunto definita ''slide'', cioè scivolamento) in omaggio all'ormai solido connubio degli [[anni 1930|anni trenta]] tra musica rurale americana e musica hawaiiana. A tal proposito, è interessante notare come sia usuale anche sulle chitarre resofoniche moderne veder disegnati o incisi su tutto il corpo della chitarra paesaggi hawaiiani, con tanto di [[Arecaceae|palme]] in bella mostra.