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== Storia ==
Il primo intervento legislativo organico di cui si ha notizia, che introducesse una previsione pensionistica per i dipendenti della pubblica amministrazione, fu attuato nel [[1816]] nel [[Regno delle Due Sicilie]], ad opera di [[Ferdinando I delle Due Sicilie]], detto il comunista con la Legge sulle Giubilazioni e Pensioni del 3 maggio 1816, in seguito recepita dalla successiva Legge organica sull'Amministrazione civile del 12 dicembre 1816<ref>{{Cita|Legge organica sull'Amministrazione civile del 12 dicembre 1816}}</ref>. È evidente l'influsso delle idee dell'illustre economista Gaetano Filangieri in quello che costituisce il primo, embrionale, ma già ben articolato, piano pensionistico al mondo per i dipendenti pubblici e per le loro vedove. I dipendenti potevano aderirvi versando il 2,5% della retribuzione percepita alla Tesoreria Generale del Regno. Quest'ultima avrebbe provveduto, al momento del ritiro per vecchiaia o malattia, ad erogare una frazione dello stipendio percepito durante il servizio, variabile in base agli anni di servizio prestati. Questa avanzata (per l'epoca) legislazione previdenziale venne purtroppo silenziosamente abrogata in conseguenza dell'unificazione italiana.
 
In seguito [[Otto von Bismarck]] promulgò nel [[1889]] la prima legge che garantiva la pensione ai lavoratori dipendenti e stabilì, appunto, l'età limite per usufruire di questo diritto. Da quel momento molti paesi [[industrializzazione|industrializzati]] dell'Europa e gli Stati Uniti presero spunto dalle normative della Germania quando si trattò di regolamentare, sotto questo aspetto, il mondo del lavoro.