Casa di Goethe: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Il Palazzo Via del Corso 18 era stato per oltre un secolo (dal 1824 al 1948) proprietà della famiglia Bracci, discendenti dello scultore [[Pietro Bracci]]. Nel 1948 l'ultimo erede della famiglia lascia l'edificio alla Mensa Vescovile di Civita Castellana. La storia del palazzo è documentato nella pubblicazione "Via del Corso 18. Storia di un indirizzo" di Dorothee Hock.
Il museo è stato inaugurato nel [[1997]].
L'architetto Pietro Bracci, nipote del più famoso [[Pietro Bracci|Pietro]] (1700-1773), scultore romano, eresse per sé e la sua famiglia il fabbricato nei primi anni del XIX secolo.
I progetto inglobo' alcuni piccoli fabbricati di epoche precedenti, avuti in dote dalla moglie Maria Giorgi.
In uno di questi, posto sul piccolo vicolo, la moglie del cocchiere affittava alcune camere, ed aveva ospitato il Goethe. Il recente restauro ha individuato il piccolo ambiente, riportandolo all'antica forma.
Lo stile neoclassico del palazzo fu influenzato dall'amicizia della famiglia con Antonio Canova.
 
Il 29 ottobre 1973 viene inaugurato un museo di Goethe a Roma in alcune stanze prese affitto al secondo piano. Nove anni dopo il "Goethe Museum Rom" è costretto a chiudere: l’istituzione gestita da privati, ma finanziata con limitati mezzi pubblici, non è più accessibile a partire dall’estate del 1982. Qualche anno dopo l'AsKI è incaricato con il progetto di fondare un nuovo museo a Roma. Nel 1990 acqusta dalla Mensa Vescovile di Civita Castellana l'intero primo piano.
Pietro non vide la fine dei lavori che furono portati a termine dal figlio Virginio (cortile interno). A causa del matrimonio della sorella di Pietro, Faustina, con [[Carlo Armellini]], e la stretta amicizia con Maria Giorgi rimasta vedova (1830), il palazzo diviene un punto di ritrovo per protagonisti della repubblica romana. Mazzini. Garibaldi, Saffi lo frequentarono assiduamente nei loro incontri privati. In esso, Carlo Armellini, redasse la costituzione della nuova repubblica nel 1849, che fu letta a piazza del Popolo. Dopo la parentesi della restaurazione, il palazzo torna alla politica romana. Nel 1880, Augusto Armellini, figlio fi Carlo e Faustina, diviene sindaco di Roma ed Andrea Bracci, figlio di Pietro e Maria Giorgi, vicesindaco. Lo frequentano Virginio Vespignani con Virginio Bracci architetti che condividono lo studio in via della Scrofa. Nei primi decenni del XX secolo, il poeta Pietro Bracci (Guido Fortebracci), figlio di Andrea, lo trasforma in un punto d'incontro di letterati insieme al suo amico Gabriele d'Annunzio.
 
Il 30 maggio 1997 apre la Casa di Goethe, l’unico museo tedesco all’estero, situato al primo piano del palazzo, in cui Goethe aveva abitato. Sin da quella data ricorda con esposizioni e manifestazioni culturali il famoso ospite di Roma. Dal 1997 al 2013 il museo è stato diretto da Ursula Bongaerts.
La morte prematura di Pietro lascia eredi le sorelle: Maria ed Eugenia. Alla morte delle due donne, il palazzo passa al marito di Maria Alberto Trocchi (1948) ed alla morte di quest'ultimo il palazzo viene donato alla mensa vescovile di Civita Castellana (1952).
In questo periodo scompare il ricco archivio della famiglia Bracci.
Il vescovo di Civita Castellana ne ricomponeva i resti nell'archivio vescovile "Lodo Bracci".
 
Dal 1998 al 2006 la [[Daimler (azienda)|Daimler Chrysler-AG]] ha finanziato una prima borsa di studio. Nel 2009 l'AsKI acquista con il sostegno del Parlamento tedesco un'altro appartamento al 2. piano che viene inaugurato nel 2012. Per caso è lo stesso appartamento che era la sede del primo museo goethiano a Roma. La nuova dependance ospita la storica Biblioteca del Deutscher Künstlerverein (Associazione degli Artisti Tedeschi) fondata nel 1948, una foresteria per borsisti e una sala eventi. Le mostre temporanee della Casa di Goethe sono accompagnate da cataloghi e pubblicazioni acquistabili sul sito del museo e dell'AsKI e.V. Il nuovo programma della borsa di studio è finanziato dalla "Karin und Uwe Hollweg Stiftung" di Brema e finanzia progetti legati allo scambio culturale italo-tedesco. [[File:Malcesine 019.JPG||upright=0.7|thumb|Goethe ritratto da [[Johann Heinrich Wilhelm Tischbein|Tischbein]] nel 1787 alla finestra del suo appartamento a Roma]]
Il Palazzo era utilizzato come abitazione privata della famiglia Bracci al primo piano e, come rendita immobiliare, nei piani superiori. Al piano terra erano presenti alcune attività commerciali. La storia della famiglia è caratterizzata da una lunga catena di esponenti della cultura e dell'arte a Roma. Come testimoniato nel libro della contessa Costanza di Gradara, vi erano conservati i disegni di Pietro Bracci II, Virginio Bracci, Pietro Bracci III(nipote del primo e costruttore del palazzo), Andrea Bracci e gli appunti di Pietro Bracci IV(poeta e pronipote del primo). Le strette relazioni culturali e d'amicizia con alcuni esponenti della cultura del secolo scorso, fanno pensare alla probabile presenza di opere di Antonio Canova (molto legato a Virginio e successivamente a Faustina), di Francesco Camuccini (marito di Maddalena Devoti, sorella di Caterina sposata al fratello di Pietro, Emilio), di Vincenzo Vespignani (amico e collega di Virginio II), nonché la lunga lista di accademici di San Luca. La famiglia Bracci ha avuto due presidenti, un segretario e due membri nell'accademia. La storia culturale della famiglia non si esaurisce nell'arte, ma si arricchisce nella letteratura. Gabriele Dannunzio e la sua amicizia con Pietro IV trasformano la casa in un vero salotto culturale. Per oltre un secolo la casa diviene un vero museo di arte, storia e cultura.
 
La morte dell'ultima erede, la baronessa Bracci in Trocchi, nel 1948 e la successiva morte del marito, barone Alberto Trocchi, destina il palazzo ed il suo contenuto al vescovo di Civita Castellana. La sede vescovile risulta vacante in quell'anno (1952) e lo resta per quattro anni. Il vescovo monsignor Emiliani, preso possesso della proprietà la trova vuota di ogni contenuto! poche carte, pressoché' di nessun valore, sono sparse sul pavimento.
La mancanza di informazioni lo spinge ad ignorarne l'importanza.
Nel 1960 a New York vengono venduti un lotto di disegni di Pietro Bracci in una galleria d'arte che afferma di averli ricevuti da tale PINI, antiquario fiorentino che "li avrebbe avuti in dono da una vecchia zia". Il signor PINI non ha alcun legame di parentela con la famiglia Bracci. La baronessa avrebbe potuto donare ai nipoti Righetti, da parte di madre, oppure ai cugini Bracci, tutti viventi ed in ottimi rapporti. La cura con cui le opere erano state fatte oggetto attraverso quattro generazioni rende poco credibili le parole del signor PINI.
[[File:Malcesine 019.JPG||upright=0.7|thumb|Goethe ritratto da [[Johann Heinrich Wilhelm Tischbein|Tischbein]] nel 1787 alla finestra del suo appartamento a Roma]]
== Struttura ==
La zona espositiva e gli uffici della Casa di Goethe si trovatrovano al 21º piano del palazzo di [[Via del Corso (Roma)|Via del Corso]] 18. L'accesso ai disabili è garantitolimitato daper unridotte dimensioni dell'ascensore.
 
Le sale della mostra permanente raccontano il viaggio italiano di Goethe e il suo soggiorno romano con lettere, disegni, libri e documenti storici. In mostra anche opere moderne come il ritratto di Goethe di [[Andy Warhol]]) o una scultura di [[Andreu Alfaro.]]
Le varie sale all'interno espongono vari quadri del periodo del bienno in cui l'artista tedesco visse la sua vacanza romana, ma vi sono anche dei ritratti di Goethe (di cui uno di [[Andy Warhol]]), degli schizzi di [[Johann Heinrich Wilhelm Tischbein|Tischbein]] e documenti e libri scritti dallo stesso artista.
 
AlcuneQuattro sale sono dedicate a mostre temporanee, che spesso sono dedicate a temi italo-tedeschi e alla tradizione del viaggio in Italia fino ai nostri giorni.
 
All'interno vi è anche una [[biblioteca]] con una collezione di libri di [[Richard W. Dorn]], prime edizioni di opere di Goethe, storia delle idee e rapporti culturali tra [[Germania]] ed [[Italia]].
 
== Bibliografia ==
* Nicholas Stanley-Price, ''Ai piedi della Piramide. Il cimitero per gli stranieri a Roma – 300 anni.'' Pubblicazione per la mostra omonima. Casa di Geothe, Roma, 2016. ISBN 978-3-930370-39-9
* Ursula Bongaerts, ''Die Casa di Goethe in Rom'', Casa di Goethe, Roma, 2004. ISBN 3-930370-08-5
* Konrad Scheurmann, Ursula Bongaerts, ''"--endlich in dieser Hauptstadt der Welt angelangt!" Goethe in Rom. Publikation zur Eröffnung der Casa di Goethe in Rom'', Philipp von Zabern, Mainz, 1997. ISBN 3-8053-2013-2
* Ursula Bongaerts, ''Die Casa di Goethe in Rom'', Casa di Goethe, Roma, 2004. ISBN 3-930370-08-5
* AA. VV., ''Schadow in Rom. Zeichnungen von Johann Gottfried Schadow aus den Jahren 1785 bis 1787. [24. September - 23. November 2003 Casa di Goethe]'', Archiv der Akademie der Künste 2003. ISBN 3-88331-075-1
* Ursula Bongaerts, ''Das Auge Licht sein lassen. Lasciando che l'occhio sia luminoso - Barbara Camilla Tucholski: Zeichnungen [Casa di Roma 24.6. - 2.10. 2005]'', Casa di Goethe, Roma 2005.
Archivio privato Famiglia Bracci-Devoti. Lettere, disegni, documenti inediti.
Pietro Bracci scultore romano, autrice: Contessa Costanza di Gradara, edizioni Lacroix.
Lodo Famiglia Bracci, presso l'archivio vescovile di Civita Castellana. Lettere, disegni e documenti.
 
== Voci correlate ==
* [[Goethe]]