Scheduler: differenze tra le versioni

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Le prestazioni di quest'algoritmo sono dunque influenzate dal tempo medio d'attesa sebbene consenta a tutti i processi di ottenere il controllo della CPU ed evita quindi il problema dell'attesa indefinita ([[starvation]]).
 
È inoltre da tenere in considerazione l'impatto dovuto ai frequenti [[context switch]] effettuati. È necessario quindi calcolare correttamente la durata ottimale deldella quantoquantità di tempo per far sì che l'incidenza dei cambi di contesto sia abbastanza limitata come anche i tempi di attesa.
Si può stabilire che, per un funzionamento ottimale, le sequenze di operazioni di CPU dovrebbero essere più brevi deldella quantoquantità di tempo stabilitostabilita in circa l'80 per cento dei casi.
 
Interessante in questo caso il discorso della media, in quanto risulta molto più stabile di come appare nelle altre strategie. In questo caso, la media va calcolata sommando le 4 differenze tra istante finale di esecuzione del processo e relativo burst. Andando quindi a rappresentare graficamente l'andamento dei processi da p1 a p4, notiamo che p1 termina all'istante 85, p2 all'istante 35, p3 all'istante 145, p4 all'istante 150. Sommando le differenze avremo [(85-30)+(35-15)+(145-60)+(150-45)]/4. La media risultante è 66,25 ms.