Ministero delle imprese e del made in Italy: differenze tra le versioni

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Allo scopo di ridurre il numero dei ministeri, la [[riforma Bassanini]] del [[1999]] determinò l'istituzione del Ministero delle attività produttive, unendo all'Industria anche il Ministero del commercio con l'estero e il [[Ministero delle comunicazioni]], che tuttavia fu mantenuto autonomo dal [[Governo Berlusconi II]] nel [[2001]].
 
Nel [[2006]], con il [[governo Prodi II]], vengono da un lato aggiunte le competenze sulle politiche di coesione, accorpando il [[Dipartimento per la coesione e lo sviluppo economico|Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica]] dal [[Ministero dell'economia e delle finanze]], e dall'altro lato viene costituito di nuovo il [[Ministero del commercio internazionale]], con conseguente cambio della denominazione nell'attuale Ministero dello sviluppo economico.
 
Solo nel [[2008]] si decide di ripristinare la riforma Bassanini unificando nel Ministero dello sviluppo economico le funzioni del Ministero delle comunicazioni e del Ministero del commercio internazionale, che cessano di esistere a partire dal [[governo Berlusconi IV]]. L'ultima modifica è stata nel [[2014]] lo scorporo del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica per costituire la nuova [[Agenzia per la coesione territoriale]].
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Sono organismi del Ministero<ref>{{Cita web|autore = MiSE|url = http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/ministero/organismi|titolo = Organismi|accesso = 2 gennaio 2015|editore = |data = }}</ref> il Consiglio superiore delle comunicazioni, il Comitato unico di garanzia, il Comitato media e minori, l'Organismo indipendente di valutazione (OIV), la Consulta emissione carte valori postali e filatelia, la Commissione studio carte valori postali, l'Osservatorio per i servizi pubblici locali, l'Osservatorio permanente per la sicurezza e la tutela delle reti e delle comunicazioni.
 
== ministriMinistri dello Sviluppo economico ==
{{Vedi anche|Ministri dello sviluppo economico della Repubblica Italiana}}