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L'inizio della disgregazione dell'esercito nazionale romano cominciò con la [[Guerra gotica (376-382)|guerra gotica del 376-382]] e la [[Battaglia di Adrianopoli (378)|rovinosa disfatta di Adrianopoli del 9 agosto 378]], nella quale perì gran parte dell'esercito di campo romano-orientale insieme allo stesso Imperatore [[Valente (imperatore)|Valente]]. L'Imperatore della parte occidentale, [[Graziano]], ritenendo troppo gravoso per se governare l'intero impero, associò al trono [[Teodosio I|Teodosio]], nominandolo Imperatore d'Oriente e affidandogli la guerra contro i Goti. Teodosio, salito al trono nel 379, ereditò dal suo predecessore Valente una situazione disastrosa, con l'esercito disastrato in seguito alla disfatta di Adrianopoli, e con i Balcani devastati dai [[Goti]] vittoriosi. Teodosio I si trovò in notevoli difficoltà quando tentò di ricostituire in tempi brevi un esercito nazionale: le resistenze dei proprietari terrieri a permettere ai propri contadini di svolgere il servizio militare (soprattutto per il timore di perdere manodopera) e la scarsa volontà da parte dei romani stessi a combattere (le leggi romane del tempo lamentano che molti, pur di non essere reclutati, arrivavano persino a mutilarsi le dita della mano) lo costrinsero a fare sempre maggior affidamento sui barbari.<ref>{{cita|Ravegnani 2012|pp. 23-26.}}</ref>
 
[[Zosimo (storico)|Zosimo]] narra che Teodosio, pur di colmare le perdite subite dall'esercito, fu costretto a ricorrere al reclutamento massiccio di barbari, tra cui molti goti spinti a disertare e a passare dalla sua parte.<ref name=ZosIV30>Zosimo, IV,30.</ref> Alcuni di questi goti si rivelarono fedeli all'Impero, come il generale Modare, che nel 379 riuscì ad espellere i propri connazionali dalla [[Tracia (diocesi)|Tracia]] pacificandola.<ref>Zosimo, IV,25.</ref> Tuttavia, secondo il racconto di Zosimo, i disertori goti, che superarono presto in numero le reclute romane, diedero preoccupanti segnali di indisciplina:
{{Citazione|Nell'esercito non c'era alcun ordine, né distinzione alcuna tra Romani e Barbari; tutti vivevano insieme; neppure è rimasto un registro di coloro che entrarono nelle file dell'esercito. Teodosio concesse ai disertori, ormai arruolati nelle legioni, di ritornare alle loro case e mandare sostituti, per poi schierarsi nuovamente con i Romani quando lo ritenessero opportuno.|Zosimo, ''Storia Nuova'', IV,31.}}
Dubitando della fedeltà dei disertori barbari reclutatiarruolati nelle legioni, molti dei quali di origine gotica e quindi connazionali dei barbari che avrebbero dovuto combattere per conto dell'Impero, Teodosio, prudentemente, trasferì parte dei barbari in [[Egitto (diocesi)|Egitto]], e le legioni dell'Egitto in Tracia.<ref name=ZosIV30/> Nonostante questa precauzione, l'esercito, riempito di barbari e caduto nel disordine più totale, non poté che perdere un'altra battaglia contro i Goti [[Battaglia di Tessalonica|nei pressi di Tessalonica]] (estate 380), nella quale l'Imperatore stesso scampò a stento alla cattura; Zosimo attribuisce la sconfitta al tradimento dei disertori goti che defezionarono in favore del nemico nel corso della battaglia.<ref>Zosimo, IV,31.</ref>
 
L'intervento delle truppe romano-occidentali inviate dall'Imperatore d'Occidente [[Graziano]] costrinse però i Goti a ritirarsi in Tracia, dove negoziarono un trattato di pace con Teodosio I.<ref>Zosimo, IV,33.</ref> La sconfitta subita, infatti, aveva convinto Teodosio dell'impossibilità di poter vincere in maniera definitiva i Goti e della necessità di firmare una pace di compromesso con essi. I Goti, con il trattato del 3 ottobre 382, divennero ''[[foederati]]'' di Roma: si stanziavano in territorio imperiale, nell'Illirico orientale, sotto il comando dei loro capi e non erano obbligati a versare tasse all'Impero; in cambio si impegnavano a fornire truppe all'esercito romano-orientale in caso di necessità.