Mahāsāṃghika: differenze tra le versioni
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Alcuni studiosi sono quindi portati a ritenere che lo scisma avvenne in seguito per altri motivi, probabilmente dottrinali, anche se, per autori come [[Paul Williams (storico delle religioni)|Paul Williams]]<ref>''Il Buddhismo in India'', Roma, Ubaldini, 2002.</ref> e [[Heinz Bechert]]<ref>''''The importance of Asoka's so-called schism edict'' in AA.VV. ''Indological and Buddhist Studies: Volume in Honour of Professor J.W. de Jong on his Sixtieth Birthday'' 1982 Faculty of Asian Studies, Canberra.</ref>"uno scisma non ha niente a che vedere con divergenze dottrinali, ma è il risultato di divergenze riguardanti la disciplina monastica".
La posizione dottrinale Mahāsāṃghika si distingue da quella di origine [[Sthaviravāda]] per una minore attenzione all'ideale dell<nowiki>'</nowiki>''[[arhat]]'' e al fatto che per loro solo la ''[[prajna]]'' (saggezza) può portare all'effettiva liberazione<ref>Gòmez, p.382.</ref>. Una ulteriore dottrina Mahāsāṃghika sembrerebbe consistere nel sostenere che le parole del [[Buddha Śākyamuni ]], riportate negli [[Āgama-Nikāya]], necessitano di interpretazione ([[sanscrito]]: ''nitartha'')<ref>Gòmez, p.382.</ref>. Ambedue queste dottrine, insieme alla credenza della molteplicità dei [[Buddha]] nelle varie direzioni<ref>Gòmez, p.382.</ref>, sembrano
Da questa scuola emergeranno, nel corso dei secoli altre scuole, in particolare: i [[Lokottaravada]] (autori del ''Mahavastu''), i [[Caitikia]], [[Gokulika]] e i [[Prajnaptivada]]. La scuola Mahāsāṃghika scomparirà progressivamente, e già nel VII sec. i pellegrini cinesi [[Xuanzang]] e [[Yijing]] ne riporteranno le divisioni e il declino.
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