Concilio ecumenico: differenze tra le versioni

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== Concili ecumenici o generali del Secondo Millennio ==
L'elenco dei Concili ecumenici comunemente accettato nella Chiesa cattolica differisce poco da quello steso dal cardinale [[Roberto Bellarmino]] nel [[1586]], al quale mancano solo il [[Concilio di Costanza]] e la parte da lui esclusa del [[Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze]]<ref name=Sale>[https://books.google.it/books?id=kgo5AQAAMAAJ&pg=PA200&dq=%22Bellarmino+nel+1586%22&hl=en&sa=X&ei=dumfVdCpHaHB7AbVqryQDQ&redir_esc=y#v=onepage&q=%22Bellarmino%20nel%201586%22&f=false G. Sale, Recensione di Klaus Schatz, ''Storia dei Concii'' in ''Civiltà Cattolica'', Anno 151 (2000), volume III, p. 200]</ref> Sono inclusi i sette Concili riconosciuti anche dalla Chiesa ortodossa e inoltre [[Concili di Costantinopoli dell'869-870 e dell'879-880|quello tenuto a Costantinopoli nell'869–870869-870]]. Gli altri elencati hanno avuto luogo nell'Europa occidentale senza partecipazione dei vescovi con cui la comunione con [[Santa Sede|Roma]] è stata interrotta dopo il [[Grande Scisma]] del [[1054]].
 
Secondo il Bellarmino, l'approvazione papale è l'elemento preminente o addirittura esclusivo che rende ecumenico un concilio.<ref>[https://books.google.it/books?id=xFlKAMtuv70C&pg=PA152&dq=%22concilio+ecumenico%22+requisiti+Bellarmino&hl=en&sa=X&ei=Y_GfVfPLNNOP7AbN_oHADQ&redir_esc=y#v=onepage&q=%22concilio%20ecumenico%22%20requisiti%20Bellarmino&f=false Walter Kasper, ''Il Ministero Petrino: Cattolici e Ortodossi in dialogo'' (Città Nuova 2004, p. 152)] ISBN 9788831133494</ref>