Mancata difesa di Roma: differenze tra le versioni

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[[Aladino Govoni]]<ref name=Fosseard />, futuro comandante militare di Bandiera rossa e capitano dei granatieri è in congedo temporaneo per motivi di famiglia; dopo essere accorso disarmato alla Magliana, si fa portare la pistola d'ordinanza e combatte sull'Ostiense<ref name="autogenerato1">Alessandro Portelli, ''cit.'', pag. 125</ref>. Con lui è un ragazzo di sedici anni, Antonio Calvani, che era scappato di casa per seguirlo. Durante il combattimento, Calvani s'impossessa della giacca e delle armi di un granatiere caduto e comincia a sparare sul nemico. Ferito più volte, continua a combattere e muore<ref name=autogenerato1 />.
 
Porta San Paolo diviene l'ultimo baluardo della resistenza, protetta da barricate e carcasse di vetture. Combatte qui la divisione [[Granatieri di Sardegna]], comandata dal [[generale]] [[Gioacchino Solinas]], i Carabinieri della legione territoriale di Roma, i [[8º Reggimento "Lancieri di Montebello"|Lancieri di Montebello]], lo squadrone ''Genova Cavalleria'', alcuni reparti della [[Brigata meccanizzata "Sassari"|divisione ''Sassari'']]<ref>[http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/resistenza2c5.html Notizie tratte dal cd-rom "La Resistenza", Laterza multimedia]</ref>.
 
Maurizio Cecati, diciassettenne, muore qui. È forse il primo caduto nella lotta di liberazione cui è riconosciuta la qualifica di partigiano; sarà decorato alla memoria<ref>''Capitolium'', cit., pag. 36</ref>.
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[[File:Lapide Porta San Paolo.jpg|thumb|left|upright=1.6|Lapide commemorativa della Battaglia di Porta San Paolo (10 settembre 1943)]]
 
[[Sandro Pertini]] guida i primi gruppi di socialisti armati a fianco dei granatieri, tirando pietre ai tedeschi<ref>[http://www.storiaxxisecolo.it/resistenza/resistenza2c10.html Sandro Pertini]</ref>; anche per tali azioni, verrà conferita a Pertini la [[medaglia d'oro al valor militare]]. Con lui sono il dirigente sindacale [[Bruno Buozzi]]<ref>Trucidato a [[La Storta]] il 4 giugno 1944</ref>, i futuri ministri [[Emilio Lussu]], [[Mario Zagari]] e [[Giuliano Vassalli]], [[Giuseppe Gracceva]] (futuro comandante delle [[Brigate Matteotti]] di Roma) e [[Alfredo Monaco]]<ref>Cfr. ''Quel 25 luglio 1943. Pertini'', Intervista di [[Enzo Biagi]] a [[Sandro Pertini]], [[La Stampa]], 7 agosto 1973, riportato da [http://www.pertini.it/cesp/doc_55.htm CESP - Documenti]</ref><ref name="ossicini">Adriano Ossicini, ''cit.'', Editori Riuniti, Roma, 1999, pag. 197-198</ref>.
 
Prendono parte ai combattimenti [[Romualdo Chiesa]]<ref name=Fosseard />, Alcide Moretti e [[Adriano Ossicini]] del movimento cattolico comunista; partecipano anche Fabrizio Onofri del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e gli studenti [[Mario Fiorentini]] e [[Marisa Musu]], futuri [[Gruppi d'azione patriottica|gappisti]]<ref name=ossicini />. Anche il giovane [[Giaime Pintor]] chiama il popolo ad appoggiare la resistenza dei reparti armati.
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[[Sabato Martelli Castaldi]]<ref name=Fosseard /> e [[Roberto Lordi]]<ref name=Fosseard /> giungono a Porta San Paolo e si uniscono ai combattenti<ref>Alessandro Portelli, ''cit.'', pag. 126</ref>. Faranno entrambi parte della [[Resistenza italiana|Resistenza]].
 
Intorno alle 12.30 circa, sulla linea del fuoco di Porta San Paolo accorre in abito civile l'azionista [[Raffaele Persichetti]], invalido di guerra, ufficiale in congedo, e si schiera contro le superiori forze tedesche, al comando di un drappello rimasto senza comandante<ref>''Capitolium'', cit., pagg. 35-36</ref>. Verso le 14,00, fu visto andar via con la giacca macchiata di sangue; al suo fianco è Adriano Ossicini<ref name=ossicini />. Nei paraggi è [[Maria Teresa Regard]], studentessa iscritta al Partito comunista e futura gappista; accorsa per fornire cibo ai combattenti insieme con altre donne, vede cadere Persichetti in viale Giotto<ref>Alessandro Portelli, ''cit.'', pagg. 123 e 126</ref>. A Persichetti sarà conferita la [[medaglia d'oro al V.M.valor militare]] alla memoria e gli verrà dedicata la via a fianco di Porta San Paolo.
 
Alle ore 17.00, i tedeschi prendono Porta San Paolo; mentre, il sottotenente [[Enzo Fioritto]], cerca di rallentarli con un'azione disperata<ref>Associazione fra i Romani, ''cit.'', pag. 30. Fioritto cadrà colpito da una granata</ref>, la volontà di combattere anima ancora una folla di dimostranti guidati dall'attore [[Carlo Ninchi]]<ref>Cfr. Associazione fra i Romani, ''cit.'', pag. 30</ref><ref>. Carlo Ninchi aveva poco tempo prima recitatointerpretato in un [[Giarabub (film)|film di guerra all'epoca molto noto]], nelil ruolo di [[Salvatore Castagna]], comandante del presidio di Giarabub.</ref> dal lato del rione Testaccio.
 
Contemporaneamente accorrono [[Filippo Caracciolo]] ed [[Emilio Lussu]], armato con una Beretta 7.65, tentando di riunirsi alla formazione di Baldazzi, ma sono subito costretti al ripiegamento dall'avanzare del nemico<ref>[http://www.edere.it/doc2012/murtas12-3.html Edere repubblicane]</ref>. Ossicini guida i superstiti del suo drappello attraverso il [[Cimitero acattolico di Roma|cimitero acattolico]], sino al [[Campo Testaccio]], dove sii dannopatrioti allasi macchiadisperdono<ref name=ossicini />.
 
Anche Carla Capponi fugge verso la passeggiata archeologica. In casa, sua madre ha già accolto altri due militari sbandati<ref>Carla Capponi, ''cit.'', pag. 100.</ref>.
 
=== Porta San Giovanni ===