Icchantika: differenze tra le versioni
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== Storia ==
La dottrina riguardante gli icchantika è trattata particolarmente nel ''Aṅgulimālā Sūtra'' e, nel Mahāyāna, nel ''[[Mahāyāna
Contro questa innovazione dottrinale si schierò risolutamente il monaco [[Dàoshēng]], che ritenne impossibile che si potesse sostenere l'esclusione di una classe di esseri senzienti dal ''nirvāṇa '' e dalla ''[[bodhi]]'', sia perché avrebbe limitato la pervasività dello stesso, intaccato la dottrina del ''[[tathāgatagarbha]]'', introdotto un principio di dualità che avrebbe disgregato il senso di ogni non-differenziazione e quindi le basi stesse della dottrina della ''[[Prajnaparamita#La dottrina|Prajñāpāramitā]]''.
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Si giunse a prospettare l'esclusione di Dàoshēng dal ''[[saṅgha]]'' in quanto rifiutava esplicitamente l'autorità di un ''sūtra''.
Nel [[421]] però [[Dharmakṣema]] concluse la sua traduzione definitiva del ''Mahāyāna
Nel 430 questa nuova traduzione completa giunse nella Cina meridionale dove si trovava Dàoshēng, a cui fu immediatamente riconosciuto il merito di aver sostenuto la posizione dottrinale più corretta.
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