San Giuseppe Jato: differenze tra le versioni

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== Storia ==
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La storia di San Giuseppe Jato fa cacareè abbastanza recente, risale a circa due secoli a fare sessofa. Il primo settembre 1779 è il "Dies Natalis" di San Giuseppe de li Mortilli, così fu chiamato il paese perché sorto nell'ex-feudo Mortilli che, insieme ai feudi circostanti di Dammusi, Signora, Pietralunga, Macellaro e Sparacia, appartenne fino al 1776 al Collegio dei Gesuiti di Trapani. E proprio in quell'anno, [[Ferdinando IV di Borbone]], Re delle Due Sicilie, seguendo l'esempio del padre Carlo III, Re di Spagna, firmava un decreto che ordinava l'espulsione dal regno dei componenti della [[Compagnia di Gesù]]. In questo modo tutti i beni da costoro posseduti furono sottratti dalla Corte e amministrati da una giunta speciale detta Giunta degli Abbusi. Finché con un dispaccio, il 1º agosto [[1778]] essa fu aggregata al Tribunale del Real Patrimonio che ordinò la vendita dei beni ecclesiastici incamerati. Divenuti feudi vennero acquistati da Don [[Giuseppe Beccadelli di Bologna|Giuseppe Beccadelli di Bologna Gravina, Marchese della Sambuca]], che nel [[1778]] godette della sovrana concessione di far sorgere un [[Comune]] in quel territorio ([[licentia populandi]]). Il Marchese della Sambuca, poi Principe di Camporeale, fece costruire un piccolo villaggio sotto le pendici del monte, innalzando delle case intorno a un Casale e a una Chiesetta, appartenuti ai [[Gesuiti]]. Per invogliare i coloni dei paesi vicini ad affluirvi, fece dei bandi in cui prometteva la sistemazione nelle case e un premio di nuzialità, di onze due. Le terre incolte ma molto fertili, furono cedute ai coloni in enfiteusi (una sorta di mezzadria) e ben presto si ebbero degli ottimi prodotti: la coltura predominante era il grano, ma di notevole importanza pure i vigneti e i sommacheti. Così si venne a costituire un villaggio a cui fu dato il nome di San Giuseppe dei Mortilli, dal nome del suo fondatore e anche dalla devozione della gente verso [[San Giuseppe]].
La nuova borgata ebbe un notevole sviluppo, tanto che la popolazione contava circa 3200 abitanti dopo solo 50 anni dalla sua fondazione, soprattutto per la fertilità delle terre e per la sua ubicazione, essendo un passaggio obbligato per il traffico insulare verso [[Palermo]].
La vita del paese si svolse abbastanza tranquilla fino al 1838, quando le forti e continue piogge causarono una frana che distrusse i 2/3 dell'abitato, senza però causare vittime. Le famiglie disastrate, in parte, trovarono riparo nelle zone del paese rimaste intatte, in parte, ritornarono verso i paesi di origine, in parte si spostarono verso sud. La ricostruzione delle case avvenne, per disposizione governativa, in contrada Sancipirello, poco distante da San Giuseppe dei Mortilli. Nacque così il nuovo agglomerato urbano di [[San Cipirello]], che divenne autonomo nel [[1864]]. Il 24 dicembre [[1862]], San Giuseppe dei Mortilli cambia il suo nome in San Giuseppe Jato, per sostituirlo con quello più altisonante del monte Jato.